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In 10 anni l’1% più ricco al mondo ha accumulato 22 volte più soldi di quelli necessari per eliminare la povertà

Il nuovo studio di Oxfam. Intanto i Paesi con le economie più avanzate tagliano gli aiuti allo sviluppo e quelli a basso reddito sono sull'orlo di una bancarotta
In 10 anni l’1% più ricco al mondo ha accumulato 22 volte più soldi di quelli necessari per eliminare la povertà
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Nell’ultimo decennio la ricchezza dell’1% delle persone più facoltose al mondo è aumentata, in termini reali, di oltre 33.900 miliardi di dollari. Una somma 22 volte superiore alle risorse necessarie per porre fine alla povertà. Ridistribuendo solo una parte della cifra, infatti, si potrebbe riportare sopra gli 8,30 dollari al giorno la parte della popolazione mondiale che vive oggi sotto la soglia di povertà. A rivelarlo è uno studio di Oxfam , pubblicato in occasione della Conferenza internazionale sul finanziamento per lo Sviluppo che si svolgerà a Siviglia dal 30 giugno e vedrà la partecipazione di oltre 190 Paesi.

L’analisi mostra che i governi delle economie avanzate stanno mettendo in campo i tagli più cospicui agli aiuti pubblici allo sviluppo dagli anni Sessanta. I Paesi del G7, i cui stanziamenti costituiscono i tre quarti degli aiuti globali, prevedono per il 2026 un taglio del 24% rispetto al 2024. L’amministrazione Trump a marzo di quest’anno ha tagliato il 92% dei fondi destinati all’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAid) causando enormi problemi ai Paesi che godevano dei programmi americani di sviluppo: ben 31 Stati – la maggior parte in Asia, Oceania e Africa subsahariana – dipendono dagli Stati Uniti per almeno il 25% del totale degli aiuti esteri che ricevono, alcuni superano il 50%.

Allo stesso tempo, la crisi del debito vede “il 60% dei Paesi a basso reddito sull’orlo di una bancarotta, con i Paesi più poveri costretti a spendere per il servizio del debito somme più alte di quelle che destinano a scuole e ospedali pubblici”, si legge nello studio. Il tutto mentre si espandono i conflitti con “il moltiplicarsi delle crisi umanitarie, una guerra commerciale senza precedenti e il multilateralismo sotto scacco, perché profondamente avversato dall’amministrazione Trump”, dice Francesco Petrelli, portavoce e policy advisor di Oxfam Italia su finanza per lo sviluppo. In occasione della Conferenza di Siviglia, Oxfam chiede un cambio di rotta, per affrontare di petto “le elevate e crescenti disuguaglianze di benessere e ripensando alla radice il sistema di finanziamento per lo sviluppo”.

“È positivo che l’Italia, assieme alla maggioranza dei Paesi che parteciperanno alla Conferenza di Siviglia, sia per la riconferma dell’impegno dello 0,70% per gli aiuti. – conclude Petrelli – Ma è ora necessario che alle dichiarazioni di intenti seguano i fatti, considerando che il nostro Paese è ancora ben lontano da questo obiettivo, fermo allo 0,28% di Aps. Chiediamo inoltre che l’Italia abbia più coraggio e stringa alleanze strategiche con altri Paesi per combattere le disuguaglianze e contrastare l’attacco in corso al sistema multilaterale, favorendo processi più paritari e democratici, attraverso cui affrontare sinergicamente le questioni del debito, degli aiuti e di una tassazione globale più equa”.

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