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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 19:44 del 26 Giugno

“Soldi per la ricerca erano già stanziati, il governo fa il gioco delle 3 carte”: l’ira dei precari del Cnr

E attaccano l'aumento delle spese per il riarmo: "Tutelarci non significa armarci"
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I lavoratori precari del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, tornano di nuovo in piazza a Roma e lo fanno a pochi giorni dalla presentazione, da parte del Ministero, del decreto legge Università che stanzia 160 milioni di euro per promuovere l’attività scientifica degli Enti di ricerca.

“Questi soldi non sono risorse aggiuntive – spiega Antonio Sanguinetti, del coordinamento precari uniti del CNR – ma erano già presenti nel mondo della ricerca, sono solo stati spostati da altri fondi. Il Governo ha preso alcuni soldi anche dal Cnr e li ha ridati al Cnr, ci prende in giro, è il gioco delle 3 carte.”

A non piacere ai manifestanti in piazza davanti al Mur è anche la scelta di stanziare i finanziamenti solo fino al 2027 e non invece in maniera strutturale. “Questi fondi non potranno essere usati per le stabilizzazioni – continua Sanguinetti – perché non sono a regime, sono finanziamenti previsti solo per i prossimi 3 anni.”

A peggiorare la situazione, secondo i manifestanti, è anche la recente decisione del governo di destinare il 5% del Pil alle spese per gli armamenti. “Sono decenni che si chiede di alzare i soldi per la ricerca, ed è incredibile che adesso i soldi vadano invece alla Difesa, perché è la ricerca che sta alla base dello sviluppo di un Paese”, dice un lavoratore precario. “Tutelarci non significa armarci. Potenziare la ricerca, la cultura è un modo per far progredire l’Italia, perché permette alla persone giovani di restare e aumentare le nascite.”

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