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Mercato auto Europa, prove di ripresa. A maggio vendite in aumento dell’1,9%

Ma nei primi cinque mesi la crescita è praticamente nulla (+0,1%). Il Centro Studi Promotor: "stagnazione colpa delle politiche di Bruxelles"
Mercato auto Europa, prove di ripresa. A maggio vendite in aumento dell’1,9%
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Segnali di timida ripresa per il mercato europeo dell’auto: dopo la flessione dello scorso aprile, a maggio le immatricolazioni nell’area Ue+Efta+Uk sono state pari a 1.113.194, ovvero l’1,9% in più rispetto al maggio 2024. Sicché il computo dei primi cinque mesi del 2025 è in linea con quello del primo pentamestre 2024, a quota 5.572.458 vetture targate, pari al +0,1%.

Tra i mercati continentali più importanti, è la Spagna a registrare le migliori performance, con un +18,6%. Modesta la crescita della Germania, che fa segnare un +1,2%; mentre la Francia flette del 12,3%. Quasi invariata l’Italia con un +0,1%.

A maggio crescono le auto elettriche, che nell’intera Europa mettono a segno un +25% ma che nel cumulato annuo valgono una quota di mercato che non supera il 15%. A maggio crescono pure le ibride plug-in (+46,1%), mentre le ibride non ricaricabili salgono del 14,2%, confermandosi le auto più apprezzate dal mercato. In fase calante benzina e diesel, in discesa rispettivamente, del 19,5% e del 27,6%.

Il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale è, quindi, sostanzialmente in stagnazione e per giunta su livelli più bassi del 19,7% rispetto a quelli del 2019, ultimo anno prima della crisi innescata dalla pandemia e dalle successive tensioni internazionali. Tuttavia, nel resto del mondo il mercato dell’auto ha già ampiamente recuperato gli effetti della pandemia e nel 2024 ha addirittura fatto registrare una crescita, rispetto al 2019, del 7,5%.

“La ragione di questa situazione è ben nota. Si tratta della politica dell’Unione Europea per imporre la transizione all’auto elettrica a suon di diktat ai cittadini, agli Stati aderenti all’Unione e alle case automobilistiche dell’Unione che sono state anche destinatarie di multe miliardarie”, fa notare il Centro Studi Promotor. “Mentre la penetrazione delle auto cinesi nel mercato europeo assume sempre più il carattere di una marcia trionfale, crescono le preoccupazioni per salvare l’auto europea”, fa osservare CSP: “Quello che manca è proprio il coraggio da parte di chi governa l’Unione Europea; il coraggio di ammettere che sono stati commessi errori colossali e che il tempo per rimediare, ammesso che sia ancora possibile, è sempre più stretto”.

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