L’Abruzzo boccia la proposta di legge sul fine vita: ormai di cosa ci stupiamo?
di Oreste De Angelis
È di oggi la notizia che la Regione Abruzzo, con il suo presidente Marsilio, ha bocciato la proposta di legge sul fine vita depositata dall’Associazione Luca Coscioni grazie alla firme di oltre 7.000 cittadini abruzzesi. La motivazione è la medesima dichiarata dalla signora Meloni; il tema è di competenza del governo e non delle regioni, alla faccia di quanto il suo vice Salvini urla da tempo, ossia l’autonomia delle Regioni.
Un’altra giornata cupa per gli abruzzesi! Il loro presidente e i suoi vassalli, sempre presenti ad ogni inaugurazione in tutta la regione per mostrare che loro sono sempre vicini ai bisogni degli abruzzesi, hanno impiegato un mezzo caldo pomeriggio aquilano per sotterrare una discussione che poteva essere affrontata con più civiltà e rispetto. Hanno eluso l’importanza della questione parlando di incentivare le cure palliative e sanno benissimo che in Abruzzo tutto è difficile quando sei verso la fine dei tuoi giorni; dai posti esigui negli Hospice alla scarsità delle Rsa dove accogliere i malati.
Ma di cosa ci stupiamo? Tanto il presidente, semmai dovesse trovarsi (e non glielo auguro di cuore) in condizioni di desiderare la fine dei suoi dolori e sofferenze, potrà sempre andare in Svizzera; sicuramente avrà la disponibilità economica e sicuramente troverà chi lo accompagnerà (magari Salvini!?) nella terra di Guglielmo Tell.
Temi come questo andrebbero affrontati con serietà, coscienza profonda ed empatia e non con ordini di scuderia. E lo dico anche ai politici del centrosinistra che in tutti questi anni non hanno fatto niente, succubi di ancora indossa il cilicio nella loro compagine. Buona vita, signor presidente!