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“Si giocano lo stipendio su una tennista, poi insulti e minacce. Avevo un metodo per difendermi”: anche Petkovic svela l’odio online degli scommettitori

La 37enne tedesca, oggi direttrice del torneo di Berlino, ha confermato la testimonianza di Katie Boulter, raccontando come si proteggeva dagli haters
“Si giocano lo stipendio su una tennista, poi insulti e minacce. Avevo un metodo per difendermi”: anche Petkovic svela l’odio online degli scommettitori
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Il vaso di pandora si è aperto. Dopo il racconto di Katie Boulter, anche l’ex tennista professionista tedesca Andrea Petkovic ha raccontato come le scommesse sportive siano la causa principale dell’odio online rivolto alle star del tennis. Persone che “scommettono l’intero stipendio su una giocatrice” e poi se l’esito non è quello sperato ecco che arrivano “insulti e parolacce”. In alcuni casi anche minacce. La testimonianza di Petkovic, ex numero 9 del mondo, è significativa: i messaggi spregevoli rivolti alle tenniste (ma pure ai tennisti) non sono un fenomeno recente, ma risalgono anche ai suoi anni da giocatrice.

In questi giorni nel mondo del tennis l’argomento è diventato di grande attualità grazie alla testimonianza di Boulter. La giocatrice britannica, oggi numero 39 al mondo, ha avuto il coraggio di denunciare a BBC Sport i messaggi ricevuti dopo e durante il Roland Garros. “Ti auguro di avere un cancro” è forse il più pesante. Un altro, pieno di insulti, minacciava di profanare la tomba di sua nonna “se non sarà morta entro domani”.

Gli haters sono per la maggior parte scommettitori. Threat Matrix, programma di monitoraggio realizzato per l’ITF (la Federtennis mondiale) e la WTA, ha svelato che nel 2024 circa 8mila messaggi violenti, offensivi o minacciosi sono stati inviati pubblicamente a 458 tennisti tramite i loro account social. Il 90% degli account risulta legato a scommettitori infuriati, il 40% degli abusi totali proveniva da loro.”Si tratta di persone che apparentemente scommettono l’intero stipendio su una giocatrice, su una partita di un torneo, e non considerano nemmeno che questa potrebbe non essere una buona idea“, ha spiegato Petkovic al portale di notizie T-Online.

Petkovic, che attualmente lavora come direttrice del torneo di tennis di Berlino, ha familiarità con i messaggi spregevoli. “Forse il 5% di tutti i messaggi che ho ricevuto erano minacce vere e proprie. Ma la maggior parte consisteva in insulti e parolacce. Una volta qualcuno ha scritto ‘Spero che tu muoia‘”, ha raccontato l’ex tennista. La 37enne non è riuscita a impedire l’odio su piattaforme come Instagram, ma nel corso della sua carriera ha trovato una soluzione innovativa.

Petkovic spiega il suo metodo per proteggersi dagli haters: “Nei primi 20 o 30 minuti dopo una partita, consegni il telefono a mamma, papà, fidanzato, fidanzata o allenatore, e loro passano in rassegna tutti i messaggi e i commenti arrivati in quel lasso di tempo. Poi inizia: cancella, blocca, cancella, blocca. A volte può durare anche 30 minuti“. L’impatto psicologico sui tennisti professionisti infatti non va sottovalutato, secondo Petkovic. “Oggigiorno, ogni torneo ha un servizio di supporto per la salute mentale, con numeri di telefono che i giocatori possono chiamare”, ha spiegato.

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