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Trump al G7: “Errore aver escluso la Russia, ora non avremmo una guerra”. E non firma per la de-escalation in Iran

"Putin parla con me e con nessun altro perché è stato insultato quando è stato buttato fuori dal G8. Non è felice di questo", ha detto il tycoon difendendo il presidente russo
Trump al G7: “Errore aver escluso la Russia, ora non avremmo una guerra”. E non firma per la de-escalation in Iran
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Donald Trump spacca subito il G7 in Canada lanciando un nuovo assist a Vladimir Putin e rifiutandosi, almeno per ora, di firmare una bozza di comunicato congiunto per la de-escalation del conflitto tra Israele e Iran. Il presidente Usa ha spiazzato gli alleati denunciando come un “grosso errore” l’esclusione della Russia dall’allora G8, risalente al 2014, dopo l’occupazione della Crimea da parte delle forze di Mosca. E di questo “errore” ha accusato il suo predecessore, Barack Obama, e l’ex premier canadese Justin Trudeau, che nel 2018 rifiutò di riammettere Putin al tavolo: “Obama e Trudeau non hanno voluto la Russia, io dissi che era un errore, non avremmo una guerra adesso, e non avremmo una guerra adesso se Trump fosse stato presidente quattro anni fa”, ha detto. “Putin parla con me e con nessun altro perché è stato insultato quando è stato buttato fuori dal G8. Non è felice di questo”, ha aggiunto, giustificando l’atteggiamento del presidente russo. Il giorno prima, il capo della Casa Bianca aveva ventilato un ruolo di mediazione dello zar nel conflitto tra Israele e Iran, subito bocciato dal presidente francese Emmanuel Macron.

Secondo fonti diplomatiche al summit, inoltre, il tycoon non ha sottoscritto la bozza di dichiarazione finale sulla de-escalation preparata dalla presidenza canadese, nonostante il documento riconosca il diritto di Israele a difendersi ed escluda la possibilità che Teheran abbia armi nucleari. La scommessa di Trump è che i bombardamenti israeliani funzionino come un’arma di pressione sull’Iran per scendere a patti: gli iraniani “vogliono dialogare, ma avrebbero dovuto farlo prima. Hanno avuto sessanta giorni, devono fare un accordo. Non vinceranno questa guerra, devono parlare e devono parlare subito, prima che sia troppo tardi”, ha detto a margine del bilaterale con il padrone di casa, il premier di Ottawa Mark Carney. I partner europei, invece, sembrano sostanzialmente allineati sia sul Medio Oriente sia sull’Ucraina: su Gaza, in particolare, Giorgia Meloni spinge per un’iniziativa per il cessate il fuoco.

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