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Sono arrivate le Belve vere: in Crime Fagnani supera due ostacoli. E io avanzo una proposta

La scelta comportava un paio di rischi. Il primo era quello di scontentare il pubblico. Il secondo di trovarsi a competere con un mito assoluto
Sono arrivate le Belve vere: in Crime Fagnani supera due ostacoli. E io avanzo una proposta
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E così alla fine sono arrivate le Belve vere. Dopo settimane passate tra le ripicche erotiche da seconda media di Eva Riccobono, le visioni mariane di Flavia Vento e la passione per il pene di Bianca Balti, tutte cose di cui il servizio pubblico può anche fare a meno, Francesca Fagnani ha deciso di andare nella direzione opposta.

La scelta comportava un paio di rischi. Il primo era quello di scontentare il pubblico che alla linea sesso&soldi e un po’ di glamour sembrava molto affezionato, visti i dati di ascolto. Il secondo era quello di trovarsi involontariamente ma inevitabilmente a competere con un mito assoluto del genere, Franca Leosini, di trovarsi nella migliore delle ipotesi di fronte a giudizi positivi del tipo, “sì ma la Leosini era più brava”. Invece i due ostacoli Fagnani li ha superati brillantemente: ottimi ascolti, addirittura i più alti della serata, e nessun rimpianto per lo stile Leosini.

Affrontare personaggi tanto impegnativi – Massimo Bossetti su tutti, ma anche la sfuggente Mikula – ha comportato l’abbandono degli atteggiamenti che avevano caratterizzato il personaggio Fagnani nelle ultime interviste: niente più risate fragorose all’unisono con l’ospite, niente ammiccamenti e toni di complicità, anche il romanesco nelle chiose ridotto al minimo. Una giusta distanza sia dal punto di vista fisico che nel confronto verbale, ben diversa dalla confidenzialità severa e materna della Leosini, ha segnato le interviste sostenute da una tesi forte da replicare alle rimostranze dell’intervistato: nel caso di Bossetti la singolarità dell’inchiesta che arriva all’indagato non per dei sospetti nei suoi confronti ma attraverso un verifica generalizzata sull’intera popolazione.

Arricchita dalle precise introduzioni di Stefano Nazzi, l’ultima puntata di Belve si è collocata ben al di fuori della confusione che caratterizza ampiamente la trattazione dei fatti di cronaca nera in questo periodo, fornendo un esempio di vero approfondimento.

A tal punto che sarei tentato di fare una proposta, in questi tempi di presentazione dei palinsesti della prossima stagione. Visto che l’anno prossimo Belve ci sarà sicuramente si potrebbe invertire il rapporto tra i due tipi di puntate. Su una serie di cinque puntate, per esempio, le prime quattro sul modello di ieri sera e l’ultima invece dell’altro tipo, un po’ come se fosse l’ultimo giorno di scuola…

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