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"Questa riforma vuole ridimensionare l'Università pubblica in favore delle telematiche private"
Nel giorno in cui alla Camera dei deputati viene votato il decreto Valditara, i precari della ricerca scendono in piazza per dire no all’emendamento Occhiuto-Cattaneo che riforma il mondo della ricerca. “Invece di assumere si aumenta ulteriormente il precariato nel preruolo – dichiara Francesco Raparelli, docente a contratto all’Università di Roma 3 e assegnista di ricerca presso l’Ateneo di Salerno – già adesso il 40% del personale all’interno delle università è precario e con queste nuove tipologie di contratto il precariato è destinato ad aumentare”. In piazza sono state esposte le oltre 2200 firme raccolte in un appello, sottoscritto da strutturati, ordinari, ricercatori a tempo indeterminato e determinato, assegnisti di ricerca e dottorandi, contro il governo e contro l’approvazione di questo emendamento. “Questa riforma vuole preparare al ridimensionamento dell’Università pubblica in favore delle telematiche private – continua Raparelli – l’obiettivo è avere pochi atenei forti e di eccellenza, magari al nord, e averne altri sotto finanziati che non possono far altro che aggregarsi per sopravvivere all’austerity”.