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Sempre più rari filantropi e mecenati: viva gli sponsor (se sanno cosa finanziare)!

Sempre più rari filantropi e mecenati: viva gli sponsor (se sanno cosa finanziare)!
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Non c’è un evento, una mostra, un intervento architettonico che ormai non sia sostenuto economicamente dagli sponsor: la bigliettazione anche massiccia da sola non è sufficiente a coprire i costi e da sempre mi sono dichiarata favorevole, come scritto più volte, a sfilate di poche ore in ambiti o palazzi storici che assicurano ritorni economici consistenti per la manutenzione sia di musei sia di restauri. Perché ci sono i mecenati e i filantropi, ma sono sempre più rari; occorre ad esempio andare molto in là nel tempo e ricordare la singolare figura dell’imprenditore svizzero, ma torinese d’adozione, Augusto Abegg, che alla degli anni ’20 finanziò per un quarto la costruzione di uno dei più grandi ospedali italiani, Le Molinette.

Non pensava a ritorni economici, né di immagine e solo molti anni dopo gli venne intitolato un Padiglione, l’Abegg, oggi in fase di restauro; fu anche appassionato d’arte e collezionista e insieme al nipote regalò molte opere ai musei torinesi, tramite gli auspici e la consulenza di Vittorio Viale, mitico storico dell’arte ed intellettuale raffinato, internazionalmente noto.

Tra i vari sponsor è presente, con una gestione oculata e responsabile, la Reale Mutua Assicurazioni, che fa di queste prerogative un vanto, sostenendo, come afferma il Presidente Luigi Lana, che quello che è importante è scegliere bene e soprattutto non incidere poi sul costo dei prodotti e quindi sui clienti, visti come soci.
I Beni Culturali e l’Arte sono tra gli obiettivi che più stanno a cuore alla Compagnia e ancora si ricorda forse la più bella mostra allestita a Palazzo Madama a Torino sulla Madonna delle Partorienti di Antoniazzo Romano, sita alle Grotte vaticane, che in realtà è la cripta che si trova sotto il baldacchino del Bernini. Grotte meravigliosamente ricostruite dall’Ufficio Mostre del Vaticano in collaborazione con la Fondazione Torino Musei.

Ultimamente la Compagnia si è dedicata, dopo i monumenti, la sanità, lo sport, alla Lirica, un nostro patrimonio inestimabile, con un partner eccezionale come consulente, nientemeno che Riccardo Muti. Dalla Reale Mutua infatti c’è il sostegno ad opere rappresentate al Teatro Regio, quali Un Ballo in maschera ed il Rigoletto, facenti parte del ricco e sfavillante programma del parigino Mathieu Jouvin, che pochi giorni fa ha deliziato gli abbonati e non con una originale opera francese, Hamlet ,che ha ottenuto uno strepitoso successo di pubblico e di critica e prossimamente rappresenterà l’intramontabile Andrea Chenier.

La Reale, come si è detto però, è molto attenta ai costi e non esce da binari del codice etico della Società, codice che sembra essere stato perso per strada da molti sponsor, in tutt’Italia alle prese con spese fuori controllo e ingiustificate ed ingiustificabili pretese da star di curatori, attori, registi; con mostre che in alcuni casi raggiungono cifre da interventi edilizi e auspicabilmente con restauri importanti, quanto mai necessari in un paese con un patrimonio storico architettonico fatiscente.

In molti casi viceversa, e mi riferisco alle cosiddette “rigenerazioni urbane”, neologismo per giustificare a volte veri scempi: complessi architettonici storici vengono incautamente stravolti e anche finanziati in ossequio al cosiddetto “dito dell’architetto”, ovvero la vanità di incauti e incolti progettisti in totale dispregio al valore delle opere originarie; lo stesso avviene per mostre, allestimenti invasivi che occultano, se non addirittura danneggiano, il luogo storico in cui vengono collocati.

Anche in questo caso gli sponsor dovrebbero valutare e magari costituire al loro interno una commissione di esperti, che valutino opportunità e modalità come la Reale ha fatto per la Lirica con Riccardo Muti, per garantirsi la qualità assoluta delle scelte e preservarne la Bellezza.

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