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Elon Musk e la teoria per cui l’empatia ‘suicida’ distrugge la nostra civiltà

Ospite del podcast di Rogan, Musk cita Gad Saad, stella di X, che teorizza la crociata contro l’empatia. E' importante capire perché questa filosofia è così potente e pericolosa
Elon Musk e la teoria per cui l’empatia ‘suicida’ distrugge la nostra civiltà
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Musk è astuto. Se avesse detto che la carità e la solidarietà sono il male assoluto avrebbe fatto infuriare tutti i cristiani.

Musk, ospite del podcast di Rogan, un radicale di destra dice: “…Quindi, abbiamo un’empatia suicida a livello di civiltà in corso… Io credo nell’empatia, penso che dovresti preoccuparti degli altri, ma devi avere empatia per la civiltà nel suo complesso, e non commettere un suicidio di civiltà… Questa idea che l’empatia verso la società è buona e diventa cattiva se la provi per il singolo umano è un capolavoro!!! Stanno cercando di falsificare le parole! L’EMPATIA che è la capacità di sentire le emozioni di un’altra persona”.

Elon Musk poi cita Gad Saad, libanese-canadese, stella di X, che teorizza la crociata contro l’empatia che rende schiavi e distrugge il valore della vendetta: la RITORSIONE, è una pulsione giusta e naturale; non c’è niente di più pericoloso di una mente parassita capace di affondare i denti nel collo morbido e indifeso dei samaritani, di quelli che non sanno vendicarsi e piangono per le vittime delle guerre.

E chi legge queste parole vede orde di stranieri che vogliono rubarci il lavoro e le donne, vogliono distruggere la nostra cultura.E scodellano orde di figli che divoreranno la flaccida e libertaria società occidentale. E ovviamente la mente parassita ce l’hanno anche i poveri, le femministe, i gay, i drogati, gli hippy…

Se leggi i commenti alle parole di Musk vedi subito che vende rabbia e paura.

Ed è importante capire perché questa filosofia è così potente e pericolosa. Il nostro modo di vivere e lavorare è cambiato drasticamente negli ultimi anni, ma quel che abbiamo visto è solo un assaggio.

Fra poco centinaia di milioni di persone si sveglieranno e scopriranno che il loro lavoro lo fanno i robot. Contemporaneamente tutte le certezze vacillano, i crolli finanziari si susseguono, ladri e corrotti prosperano, le tasse e la burocrazia ti strangolano e perfino le competizioni sportive sono truccate. E come se non bastasse, femministe, omosessuali e transessuali vogliono entrare nelle scuole, distruggere i crocifissi e insegnare ai nostri figli la multi sessualità più perversa.

Centinaia di milioni di persone sono terrorizzate dal cambiamento, non lo capiscono ma sentono che sono minacciati. È così in molte parti del mondo i Trump innaffiano la paura con l’acqua dell’odio e vincono. Ma pochi leader progressisti si rendono conto che per fermare questa febbre distruttiva bisogna combattere sul terreno della cultura. Ma sono rari quelli capaci di costruire barricate ideali.

Alle belve assetate di sangue oppongono denunce di disonestà e conflitti di interesse, violazioni di principi costituzionali, aberrazioni legali… tutto giusto… ma abbiamo bisogno di parole che curano la paura, proposte che contrastano la solitudine, eventi che abbracciano le persone e ridanno speranza, che prendono per mano le persone, parole che aiutano a capire cosa sta succedendo e qual è il nostro sogno, qual è la nostra forza.

Quella forza che nasce dalla cultura della cooperazione che risplende nei momenti terribili, lontano dalle segreterie dei partiti, quando bisogna ripulire le città dal fango delle inondazioni, quando bisogna affrontare assieme i rovesci del destino.

Ecco, questo è un momento terribile: gli Elon Musk del mondo ci stanno soffocando con il fango della paura e della rivalsa. Ma, come diceva Mujica: il senso di una vita lo misuri su ciò che hai fatto per gli altri.

L’empatia è la nostra scelta.

L’amore è la nostra forza.

Sicuramente stai pensando: “Non basta!”. Sono d’accordo con te. Rilanciare la nostra visione del mondo non sarà sufficiente. La rivoluzione tecnologica può aprire grandi possibilità ma minaccia anche un periodo di macelleria sociale spaventoso con milioni di disoccupati e un disorientamento senza precedenti. Non possiamo limitarci a invitare gli italiani a ballare e assaporare l’empatia. Ma forse può ispirarci il nostro passato. Quando l’Italia uscì dalla guerra voluta dai fascisti i nostri nonni avevano di fronte macerie di case, fabbriche, ponti e macerie umane.

A scuola non ti insegnano che milioni di italiani affrontarono la fame e la disperazione mettendosi assieme invece di azzannarsi per quel poco che c’era. Milioni di italiani crearono cooperative che ricostruivano le case, compravano i trattori, creavano banche e assicurazioni popolari, cooperative di consumo… L’empatia si mangia e fece la differenza tra avere i soldi per comprare il cappotto al bambino o non averli.

Le Coop, le Conad, Unipol sono realtà colossali che sono nate dal movimento cooperativo, oggi hanno perso la loro forza ideale ma ci dicono quanto può essere potente la cooperazione. Chiacchiere? Che altre possibilità ci sono? Ma lo spazio è finito. Ci vediamo al prossimo articolo: “Sono arrivati i robot. Il tuo posto di lavoro esiste ancora?”.

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