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Ultimo aggiornamento: 9:11 del 29 Maggio

Cacciari: “Tragedie tra i giovani? La politica protegge solo gli over 60, mi fa incazzare da morire”. Stoccata a Nordio e battibecco con Gruber

La durissima analisi di Cacciari sul femminicidio di Martina Carbonaro
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“Oggi occorrerebbe una buona politica che finanzia una buona scuola, che incentiva e promuove una buona cultura nelle scuole, buone letture, inquadramento storico delle grandi trasformazioni antropologiche. L’educazione non serve a insegnare questo o quell’altro mestiere, ma ad attrezzare i giovani, ad affrontare i salti d’epoca. Questo deve fare la buona politica”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal filosofo Massimo Cacciari in un dibattito incentrato sul tragico femminicidio di Martina Carbonaro, la quattordicenne di Afragola uccisa a colpi di pietre dall’ex ragazzo diciannovenne Alessio Tucci.

Il confronto si accende con un battibecco con la conduttrice Lilli Gruber, le cui interruzioni continue fanno infuriare Cacciari.
“Mi lasci finire di parlare, benedetta”, sbotta il filosofo.
La giornalista incassa e ironizza: “Sono benedettissima”.

Nel corso della trasmissione, Cacciari rivolge una stoccata al ministro della Giustizia Carlo Nordio circa le politiche virtuose per prevenire i femminicidi: “Conoscendolo un po’, credo che sia assai lontano da questo tipo di sensibilità. Per affrontare la questione dei femminicidi serve una coscienza. Non si tratta di semplice cronaca nera. È un salto d’epoca difficile, lungo, che genera frustrazione, disagio e complessi soprattutto nei soggetti più deboli, culturalmente ed economicamente disarmati”.
Poi punta il dito contro il sistema politico italiano ed europeo, definendolo “gerontocratico al 100%”: “I giovani sono al centro di questo salto d’epoca, ma sono i meno tutelati. Le politiche pubbliche italiane ed europee, dalla scuola alla sanità, sono tutte orientate a proteggere chi ha più di 60 anni. A me può anche far ridere, ma in realtà mi fa incazzare da morire. Queste tragedie avvengono tra i giovani, eppure li trattiamo nei fatti strapeggio di come venivo trattato io quando avevo 20 anni“.

Alla domanda della Gruber su cosa dovrebbe fare il governo, Cacciari è netto: “Bisogna rimettere i giovani al centro, rivedere i loro livelli retributivi, il funzionamento delle scuole, reintrodurre strumenti come il presalario, ripristinare il diritto allo studio che oggi in questo paese è andato in pensione, non esiste più. Quarant’anni fa c’era addirittura il presalario universitario: è stato cancellato tutto. La scuola è tornata a essere una scuola di classe al 100%“.

Infine, una riflessione più ampia: “Questo discorso non riguarda solo i femminicidi, ma crea un contesto culturale in cui emerge il linguaggio della violenza. La violenza si manifesta anche nella sensazione di dovercela fare da soli, di non essere protetti, di dover competere per farsi strada nella vita. I giovani oggi vivono una competizione che neanche vi immaginate. È un genere di competizione che diventa essa stessa una forma di violenza, perché non è sana. Una generazione fa non era così, né tantomeno due generazioni fa”.

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