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Tajani in Parlamento: “Governo è con Gaza, ma no all’isolamento d’Israele”. E invoca i due Stati. Pd: “Ma avete bocciato riconoscimento della Palestina”

Informativa del ministro degli Esteri alla Camera rivendica azioni in favore dei palestinesi. Proteste da parte delle opposizioni
Tajani in Parlamento: “Governo è con Gaza, ma no all’isolamento d’Israele”. E invoca i due Stati. Pd: “Ma avete bocciato riconoscimento della Palestina”
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Non è vero che il governo italiano non si è mosso per difendere la popolazione di Gaza dagli attacchi israeliani, ma “l’antisemitismo non può avere cittadinanza nel nostro Stato”. Si può riassumere con questa frase l’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso delle sue informative alla Camera e al Senato sulla grave crisi umanitaria nella Striscia. Intervento più volte interrotto dalle proteste delle opposizioni che hanno contestato le affermazioni del vicepremier.

Il leader di Forza Italia ha così elencato alcuni atti che, a suo dire, dimostrano la vicinanza dell’Italia alla popolazione di Gaza: “Il governo non ha mai abbassato la guardia sui comportamenti del governo israeliano che abbiamo ritenuto meritevoli di censura. Penso a quando l’esercito israeliano è arrivato a sparare anche dentro la parrocchia cattolica di Gaza, a dicembre 2023. Lo abbiamo detto subito con forza, non era lì che si nascondevano i terroristi di Hamas. Oppure penso anche a quando abbiamo condannato l’attacco contro gli operatori umanitari di World Central Kitchen di aprile dello scorso anno o le operazioni militari che hanno reso complicatissima anche la campagna per la vaccinazione dei bambini contro la poliomielite, in cui anche l’Italia è stata in prima fila a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità“.

Il ministro ha poi voluto chiarire che “il ripristino del cessate il fuoco è un passaggio indispensabile”, che “l’espulsione dei palestinesi da Gaza non è e non sarà mai un’opzione accettabile” e che “il rafforzamento delle forze di sicurezza palestinesi, oltre al completo disarmo e all’estromissione di Hamas, è un pilastro essenziale per la creazione del futuro Stato palestinese. Uno Stato che può nascere solo da un autentico processo negoziale che conduca a un riconoscimento reciproco con lo Stato di Israele”. Anche se il governo ha più volte bocciato il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina, come ha ricordato in aula anche dal deputato del Pd, Peppe Provenzano. Questo, ha aggiunto Tajani, è il modo che il governo considera il migliore per aiutare Gaza, criticando invece quello delle opposizioni: “Non servono facili slogan, buoni solo per le piazze”.

A tale proposito, il ministro ha poi criticato chi chiede “l’isolamento di Israele” o azioni di boicottaggio perché “quale soluzione pacifica e negoziata è mai stata raggiunta senza lasciare la porta aperta al dialogo? “. Atteggiamento diverso tenuto, ad esempio, sulla questione ucraina, sulla quale il governo non si è esposto apertamente per il dialogo con Mosca.

L’attacco delle opposizioni
Il primo esponente delle opposizioni a parlare è stato Provenzano che ha definito anacronistico l’intervento del ministro che “poteva essere buono 50mila morti fa“, accusando il governo di posizioni e interventi di facciata, senza concretezza: “Ha parlato di lotta al terrorismo, ma i raid su ospedali, scuole e civili a Gaza e in Libano ci dicono che quell’obiettivo era falso. Il vero obiettivo erano la punizione collettiva e rendere impossibile ai palestinesi la vita sulla loro terra. Ieri sera sono state approvate nuove colonie. Cosa c’entra tutto questo con la lotta al terrorismo? Cosa fate per fermare tutto questo? Da voi solo parole timide, vaghe, imbarazzate e imbarazzanti”. E ha poi replicato alle rivendicazioni sugli aiuti forniti dicendo che “l’unico aiuto che potete dare è quello di fermare Netanyahu. Ma quali aiuti? Entrano 15 camion al giorno a Gaza, prima erano 500. Dovete lasciare alle Nazioni Unite la gestione degli aiuti e smetterla con questo processo di delegittimazione”.

Anche l’esponente del Movimento 5 Stelle, Riccardo Ricciardi, si concentra sulle differenze tra dichiarazioni e fatti riferendosi all’operato del governo e chiede, come anche Ettore Rosato di Azione, sanzioni contro il governo israeliano: “Dovreste smettere di vendere le armi a Israele, ma voi l’8 giugno rinnoverete quell’accordo. Dite che siamo plateali quando urliamo, sventoliamo le bandiere palestinesi, quando gridiamo ‘No al genocidio‘. Oggi non gridiamo ma sussurriamo, così non avete da dirci nulla, le parole da cui deve ripartire la parte di mondo che non vuole più vedere questo schifo. ‘Palestina Libera‘”. Ricciardi ha aggiunto che “i livelli di squallore politico, morale e intellettuale che voi e tutta la classe dirigente europea, l’occidente, avete raggiunto in questi anni vi condanneranno come complici di uno sterminio di massa, un genocidio, un crimine disumano”. E ha poi ricordato la convocazione dell’ambasciatore israeliano dopo gli spari in presenza di una delegazione diplomatica araba e europea a Jenin: “Per convocare l’ambasciatore israeliano avete aspettato che l’esercito israeliano sparasse in aria all’arrivo di venti diplomatici europei. Avete fatto bene. Ma per 60mila morti non vale la pena farlo? Quello che dovete fare politicamente ve lo abbiamo detto decine di volte. Riconoscere lo stato di Palestina, richiamare il nostro ambasciatore in Israele, riconoscere ufficialmente la sentenza della Corte penale internazionale sui crimini di Netanyahu, non vendere più armi a un governo genocida, sanzionare Israele e l’8 giugno non dovreste rinnovare l’accordo militare con Israele”. Tema sul quale Tajani ha replicato nel corso del suo intervento al Senato: “Sul tema delle armi vendute a Israele questo governo sin da subito ha avuto un approccio particolarmente restrittivo, sospendendo tutte le licenze per l’esportazione a partire dal 7 ottobre, nonostante le forti sollecitazioni”. Così al Senato il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha replicato alle critiche sulla vendita di armi avanzate dalle opposizioni alla Camera.Di sanzioni ha parlato anche Carlo Calenda nel corso degli interventi al senato: “Adesso – ha dichiarato – servono azioni concrete. Lo Stato d’Israele va sanzionato e va riconosciuto lo Stato palestinese”.

Duro anche l’intervento di Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi-Sinistra. Si è rivolto direttamente a Tajani con una domanda: “Non vi vergognate? Non fate fatica ad andare a letto la sera con l’orrore che abbiamo davanti agli occhi e per il potere di fare qualcosa che avete deciso di non esercitare? Avete scelto l’ignavia del silenzio, la vergogna dell’ipocrisia. Lei, ministro di un Paese del G7, dice che ciò che fa Israele è inaccettabile. Allora lei ha il dovere di riferire qui che cosa ha intenzione di fare. Al prossimo Consiglio dei Ministri proporrà di interrompere i rapporti commerciali con le colonie illegali in Cisgiordania? Proporrà il riconoscimento della Palestina? In Europa avete votato contro la revisione dell’accordo di associazione Ue-Israele sulle basi dell’articolo 2 che prevede il rispetto dei diritti umani. Non vi vergognate?”.

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