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Gli italiani e le innovazioni in auto. Connesse sì, elettriche non ancora

Una ricerca mette in luce come in Italia la digitalizzazione dell'auto proceda veloce, mentre l'elettrificazione arranchi
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Nel futuro della mobilità italiana l’elettrificazione può attendere, mentre quella connessa è già quasi una realtà. Lo rivelano i risultati della ricerca dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano alla quale hanno contribuito anche diversi gruppi automobilistici, da Stellantis a Volkswagen, da Toyota a BYD fino a Kia e Hyundai, oltre a assicurazioni e, tra gli altri, anche Autostrade per l’Italia.

Dall’indagine su un campione di 1.000 automobilisti tra i 18 e i 74 anni condotta assieme a Doxa BVA è emerso che quasi la metà degli italiani (44%) possiede già un’auto connessa e nove su dieci utilizzano le funzionalità smart. Di più: mentre continua regnare un notevole scetticismo rispetto all’elettrificazione (appena 624.000 macchine in circolazione nel Belpaese sono a zero emissioni o plug-in, ossia l’1,5% del totale), più della metà sarebbe disposta a mettersi al volante di un veicolo a guida autonoma. Il dato più preoccupante è quello che riguarda la scadenza del 2035, quando scatterà il divieto comunitario di immatricolazioni di veicoli con motori a combustione: appena il 10% si sta adeguando alla fine dell’era di diesel e benzina.

Nel Belpaese figurano come connesse 17,7 milioni di vetture, un terzo delle quali (5,6 milioni) lo sono nativamente, cioè mediante una SIM (+10% rispetto nel 2024). La maggior parte (10,5 milioni) lo diventano grazie ai box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative cui si sommano quelle collegate con i sistemi di gestione delle flotte (1,6 milioni).

I dubbi segnalati dagli italiani che rallentano la diffusione delle auto elettrificate (in realtà il mercato totale continua ancora a essere ben al di sotto dei livelli pre Covid) sono principalmente tre: il prezzo di vendita (26%), le spese di ricarica (19%) e la manutenzione (17%). Circa i primi due aspetti, gli automobilisti hanno indubbiamente ragione: finora sono stati commercializzati quasi esclusivamente modelli di segmenti superiori e con listini “impegnativi”, anche se adesso stanno per debuttarne di più accessibili, e i prezzi del rifornimento per kWh sono due se non tre volte superiori rispetto a quelli di altri mercati. Circa la manutenzione, invece, i costruttori hanno sempre garantito costi inferiori, anche per effetto della presenza di un minor numero di componenti.

In ogni caso il 34% del campione attende che le elettriche diventino più convenienti e affidabili prima di prenderle in considerazione e il 48% “utilizzerà il più possibile la vettura attuale o ne comprerà una nuova, sempre con motore a combustione”, poco prima della scadenza. Tuttavia chi ha superato le reticenze non si lamenta affatto dell’acquisto di un’auto elettrifica: il 95% è complessivamente soddisfatto (voto tra 6 e 10) con oltre il 70% particolarmente contento (tra 8 e 10).

Stando ai dati ufficializzati dall’Osservatorio, gli italiani sembrano essere molto meno legati di un tempo all’auto privata: “Il 57% sarebbe disposto a rinunciare del tutto a una propria vettura se i mezzi pubblici passassero più frequentemente”, informa il rapporto.

Nel futuro degli spostamenti e della sicurezza stradale ci sono i progetti “Smart Mobility” e “Smart Road” che integrano l’espansione delle cosiddette reti V2X (vehicle to infrastructure) necessarie per la guida autonoma e importanti per una gestione diversa del traffico e dei parcheggi, ad esempio: “Il 65% dei comuni italiani ha avviato progetti di Smart Mobility nell’ultimo triennio”, si legge nel rapporto, anche se solo il 29% sfrutta i dati raccolti a livello informativo. Sono in aumento anche le Smart Road o, almeno, la loro sperimentazione: dal 2017 sono stati censiti 166 i progetti e in Italia tra il 2022 e il 2024 sono state attivate 21 iniziative.

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