Sulla crisi dell’editoria voglio essere ottimista: ma il ruolo del digitale è centrale
Il Salone del Libro di Torino si è concluso e, nonostante la grande affluenza di pubblico, ha lasciato un po’ di amaro in bocca per i dati negativi che gravano sul mondo dell’editoria. Però io sono un’ottimista e quindi mi consolo con i numeri della seconda edizione di NetRetail Books, uno studio sulle abitudini di lettura e gli acquisti di libri degli italiani in Italia e all’estero, realizzato da Netcomm, il Consorzio per il Commercio Digitale Italiano con il supporto di Amazon.
A mio avviso, il dato più interessante è il seguente: gli under 25 sono la fascia di età con maggiore propensione all’acquisto di libri sia online che offline. Il 65,9% ha acquistato almeno un libro nell’ultimo anno, seguiti dalla fascia 35-44 con il 64,1% e, al terzo posto, dalla fascia 25-34 con il 62,8%.
Quest’anno, la ricerca comprende anche l’analisi di un campione di italiani residenti all’estero. Dallo studio è emerso il ruolo centrale del digitale, in particolare dell’eCommerce nelle scelte di lettura degli italiani all’estero, anche per mantenere un contatto con la cultura “Made in Italy”. Infatti, rispetto al campione analizzato, Il 71,8% degli italiani all’estero ha acquistato almeno un titolo italiano negli ultimi 12 mesi. Secondo il 79,8%, grazie alle librerie online, è più facile per un residente all’estero accedere ai libri nella propria lingua madre.
L’indagine ha evidenziato che il canale digitale svolge un ruolo complementare nel facilitare l’accesso alla lettura anche in Italia, in particolare nelle aree con difficile accesso alle librerie, fornendo così un impatto positivo sul settore dei libri. Per un quarto della popolazione italiana, infatti, raggiungere un negozio che vende libri non è semplice, soprattutto nelle isole (lo ritiene il 33,2% di questo segmento del campione) e nei centri urbani sotto i 10mila abitanti (opinione del 37% di questo segmento). Ad esempio, ad Agrigento, capitale della cultura 2025, ci sono poche librerie e due hanno chiuso proprio quest’anno.
Come si informa chi ha un accesso difficoltoso alle librerie? I motori di ricerca sono il canale più utilizzato per scoprire nuovi titoli, al secondo posto ci sono i consigli di amici e conoscenti. Anche i siti e le app di eCommerce, assieme ad altri strumenti digitali, risultano maggiormente preferiti da chi ha problemi di accessibilità: il 74% degli italiani infatti ritiene che le soluzioni tecnologiche offerte dal digitale rendano i libri accessibili anche a persone con difficoltà nella lettura a causa, ad esempio, di disabilità visive e motorie, disturbi dell’apprendimento, barriere linguistiche.
Infine, lo studio ha delineato i tre tipi di lettori italiani in base alle loro abitudini di ricerca e acquisto: “lettore spontaneo”, “lettore funzionale” e “lettore esperienziale”.
Lo “spontaneo”, che rappresenta il 57,9% del campione, è un lettore debole (meno di 4 libri all’anno), che risiede in zone con poche librerie. Per le sue scelte fa riferimento in genere al passaparola di amici e parenti, seguito dall’uso di motori di ricerca e dalla visione delle vetrine delle librerie, giungendo ad acquistare soprattutto offline.
Il “funzionale”, il 25,2% del campione, è lettore medio o forte caratterizzato da una ricerca pragmatica e prevalentemente digitale che si svolge anzitutto sui siti di eCommerce e sui motori di ricerca e, in terza battuta, attraverso le vetrine delle librerie. Però finalizza l’acquisto preferibilmente online.
Il “il lettore esperienziale”, 16,8% del campione, legge più di 11 libri l’anno e ha un approccio più marcatamente multicanale. Per informarsi, predilige anzitutto gli incontri dal vivo con gli autori, mentre in seconda e terza battuta utilizza strumenti digitali più specializzati come chatbot -programma informatico che simula la conversazione umana – oppure consigli sui social degli autori, delle case editrici e dei negozi stessi. E l’acquisto? Indifferentemente sui due canali.