Milan, è la settimana di Tare: gli tocca una ricostruzione totale, dal tecnico alla seconda squadra
Una prima firma è stata apposta. Ora manca la seconda, ma è solo questione di tempo e di logistica: l’ad del Milan Furlani deve rientrare da un viaggio di lavoro in Giappone, lo farà all’inizio della prossima settimana, quindi controfirmerà il contratto che finalmente nominerà un direttore sportivo in casa rossonera. E questa volta, sorprese non ce ne saranno davvero: Igli Tare è pronto a cominciare la sua nuova avventura. Si rimette in gioco, dopo la pausa di due anni a seguito del suo addio alla Lazio. Con tanto lavoro davanti a sé. L’avvicinamento (o meglio, il riavvicinamento) si era materializzato dopo il no (piuttosto clamoroso) a Fabio Paratici: un dietrofront che aveva destato più di una perplessità. Ma la figura del direttore sportivo in casa Milan si era resa necessaria: serviva una persona in grado di fare il mercato e con delle idee chiare. Ma serviva soprattutto una persona che sapesse mettere d’accordo tutte le correnti societarie, di cui si è ampiamente scritto nei mesi scorsi. Tare ha l’esperienza per poterlo fare, e ora il suo lavoro parte dalla nomina dell’allenatore che dovrà necessariamente avere dei prerequisiti chiari: capacità di sopportare le pressioni, un modulo di gioco ben orientato, capacità di lavorare con i giovani. Da qui si parte per la scelta dei candidati. Con qualche contatto che è già stato preso.
I candidati – Il primo nome è proprio di quel Vincenzo Italiano che ha di fatto sancito la fine dell’era (brevissima) Conceiçao in rossonero: la Coppa Italia conquistata dal suo Bologna è stata la fotografia di tutte le difficoltà incontrate dal Milan in stagione. Italiano piace molto, sia alla proprietà, sia allo stesso Tare, che qualche anno fa lo presentò a Lotito come potenziale candidato per la panchina della Lazio. Non se ne fece nulla, allora, potrebbe non farsene nulla nemmeno adesso: il Bologna vuole blindare il suo allenatore e lui sarebbe ben felice di restare a Bologna. Certo, i soldi possono fare la differenza, ma l’adeguamento contrattuale che i rossoblù vogliono proporre sarà importante e l’idea di costruire un ciclo vincente in Emilia lo stuzzica parecchio. Al netto di qualche cessione che Sartori dovrà inevitabilmente fare ma che ha già dimostrato di saper colmare nel migliore dei modi.
Alternative? Diverse. Ma attenzione: alternativa è un termine estremamente fuorviante. Perché implica una seconda o terza scelta. E questi nomi per nulla lo sono. I rossoneri valutano anche Massimiliano Allegri (che già era stato accostato a Paratici e con cui qualche contatto è stato preso) o Thiago Motta. Tutte figure che per un verso o per un altro piacciono molto. Per il primo, il curriculum parla da sé, e tornerebbe in rossonero dopo anni: il suo nome è però sulla scrivania di De Laurentiis in caso di addio di Conte a Napoli. Nulla di definito da nessuna parte, ma un interesse concreto, sia sponda lombarda, sia sponda campana. Motta, invece, rappresenta quella carta da giocarsi dopo quanto successo quest’anno con la Juventus: ripartirebbe con entusiasmo, ma con tante pressioni. Quelle che in bianconero non è riuscito a gestire al meglio in più punti della stagione. Ed è un aspetto da valutare. Tornando al direttore sportivo, si aggiunge un dettaglio. Tare non sarà plenipotenziario (perché la pluralità di voci in casa Milan resta eccome, e un confronto fa sempre bene), ma avrà molte deleghe. Come per esempio quella a gestire il Milan Futuro: la supervisione sarà sua, e dovrà rifondare dopo il disastro della stagione che ha portato la selezione Under 23 rossonera a retrocedere in Serie D. Insomma, ricostruzione da tutte le parti. Una sfida che Tare non vede l’ora di cominciare.