Il mondo FQ

La7

Ultimo aggiornamento: 16:09 del 26 Maggio

Gaza, Mulè attacca Conte e vieta di dire ‘genocidio’: “Quella parola là non va detta”. Su La7

Inaccettabile dire genocidio, secondo Mulè. Intollerabile dissociarsi da Israele, per Gonzato di Libero, in sintonia con Parenzo.
Icona dei commenti Commenti

Invettiva veemente di Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera dei deputati, contro il leader del M5s Giuseppe Conte, “reo” di aver utilizzato la parola “genocidio” per definire gli stermini incessanti e la politica criminale di Netanyahu a Gaza.
Ospite de L’aria che tira (La7), Mulè, spalleggiato da Alessandro Gonzato, giornalista di Libero e presenza costante su La7, tuona: “È inaccettabile, non si possono sentire queste robe qua. Stiamo attenti a usare questa parola: il genocidio è un’azione pianificata, deliberatamente preparata e portata allo sterminio di un popolo. Smettiamola perché è inaccettabile“.

Gli fa eco Gonzato: “Al curriculum vitae di Conte va anche aggiunto il fatto che lui ha invitato gli ebrei italiani a dissociarsi dal governo israeliano. Un’affermazione di una gravità assoluta, tanto che il capo della comunità ebraica di Milano ha detto che queste sono delle affermazioni di un razzismo che non è degno di un politico“.
La parola dissociazione ricorda le Brigate Rosse“, commenta il conduttore David Parenzo.

Insorgono la storica Mirella Serri e il giornalista Luca Telese, che ribatte: “Allora anche Primo Levi era razzista”.
Gonzato ribadisce urlando: “Gli ebrei d’Italia non si devono dissociare da niente. E poi non lo deve dire Giuseppe Conte”.
Dissente Serri: “Scusa, ma ognuno si può benissimo dissociarsi da Netanyahu, anzi deve farlo. E in questo non c’è niente di antisemita“.
Non ci sta Parenzo, in palese sintonia con Gonzato: “Ognuno decide quello che vuole, basta che parli per se stesso e non per gli altri“.

Prende nuovamente la parola Mulè che ripete: “Tu non parli di genocidio, tu parli di massacro. Quella parola là non va detta perché riguarda un periodo della storia che si è ripetuto, ahimè, con gli armeni ma significa altro: la pianificazione a tavolino di uno sterminio di massa”.
“Ma perché è un tabù questa parola? – ribatte Telese – Quello che hanno fatto a tutti gli armeni non è molto dissimile a quello che stanno facendo gli israeliani. Ed è stato chiamato genocidio“.
“Sì, per me quella parola è un tabù – replica Mulè – Siccome ‘genocidio’ è una parola che fa atterrire solo quando si pronuncia, non appiccicchiamo la parola ‘genocidio’ a quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione