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Cervia, l’autista della ruspa indagato per omicidio colposo: “Ero autorizzato a lavorare”

In un'intervista al Quotidiano Nazionale, Lerry Gnoli contesta le accuse di lavoro abusivo: "Ho l’autorizzazione per operare"
Cervia, l’autista della ruspa indagato per omicidio colposo: “Ero autorizzato a lavorare”
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“Io potevo lavorare. Sono pieno di carte che lo dicono”. Lerry Gnoli, il 54enne indagato per omicidio colposo per la morte della turista Elisa Spadavecchia nella spiaggia di Pinarella di Cervia, in Romagna, contesta così, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, le accuse di lavoro abusivo che gli sono state rivolte dal sindaco Mattia Missiroli. Secondo la ricostruzione fornita dall’uomo, la spiaggia aveva bisogno di manutenzione per una mareggiata del 16 maggio e il primo cittadino ne era ben consapevole: “Mi avevano visto tutti che ero lì, anche i giorni prima. Il bagnino quella mattina mi aveva visto. Ho l’autorizzazione per operare valida fino al 31 maggio dalle 7 alle 19, e segue i regolamenti di Regione e Capitaneria”.

Nell’intervista Gnoli ricostruisce anche l’accaduto di sabato 24 maggio: “Prima avevo usato il trattore, poi ho preso la ruspa perché dovevo rincalzare la torretta. Ho girato verso l’acqua, sulla battigia. Ho fatto marcia indietro, lisciavo la sabbia sotto la battigia, e ho voltato verso l’acqua perché il mezzo non fa le curve a 90 gradi. C’era una persona sola, dall’altra parte. Io lei non l’ho vista, so che era chinata e rivolta verso il mare, mi hanno detto che aveva in mano il cellulare. Me ne sono accorto solo dopo. Sono stato il primo a chiamare i soccorsi”. E spiega: “Sono socio di una cooperativa, che ci dà compiti di livellamento o ripristino della spiaggia per la cooperativa Bagnini di Cervia o per le colonie di Pinarella, che hanno le concessioni demaniali“. Il 54enne è infatti titolare di una ditta di macchinari per la movimentazione del terreno. Ma la Cooperativa dei balneari di Cervia ha negato che Gnoli fosse lì per loro.

In ultimo, l’uomo smentisce anche le accuse sul precedente del 2 marzo 2022, quando investì e uccise Giuseppe Guercioli davanti a una chiesa e fu giudicato positivo a sostanze stupefacenti: “Sono state dette delle falsità, come che in quell’incidente nel 2022 io ero positivo agli stupefacenti: non è vero. La mia famiglia soffre per queste bugie”. E riferendosi alla guida della ruspa con la patente ritirata dice: “Sì, non serve la patente di guida: basta l’abilitazione per operare sui macchinari, che io ho. Le conseguenze di quell’incidente sono finite, io sono libero, e non ho la patente per motivi burocratici, non legati a quell’episodio”. Intanto, però, la sua patente di guida resta revocata.

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