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Delitto di Garlasco, trovato un martello nel canale dietro la vecchia casa della famiglia Cappa

Massima cautela tra gli inquirenti. Per stabilire se ci sia un collegamento tra l’oggetto e il delitto dovranno essere effettuate approfondite analisi
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C’è anche un martello tra gli oggetti rinvenuti nel canale di Tromello, non lontano anche dalla casa disabitata della famiglia Cappa, che vigili del fuoco e protezione civile hanno dragato su disposizione della Procura di Pavia alla ricerca dell’arma del delitto di Garlasco. A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, l’oggetto è ritenuto interessante dagli investigatori che negli ultimi mesi hanno riaperto le indagini perché dalla villa in cui nel 2007 è avvenuta la brutale aggressione alla ragazza all’epoca 26enne risultava mancare proprio un martello. Peraltro si tratta dell’unico oggetto che la famiglia ha sempre dichiarato mancare dalla villetta di via Pascoli a Garlasco dopo l’omicidio del 13 agosto 2007 e che è compatibile, secondo le perizie, con le ferite sul corpo della vittima. L’attrezzo è stato trovato proprio nei 300 metri in cui si concentrate le ricerche di carabinieri e vigili del fuoco – iniziate solo stamattina – dopo la testimonianza di un uomo che, dopo quasi 18 anni di silenzio, ha parlato di una ragazza che ha gettato un oggetto metallico – gli inquirenti cercavano un attizzatoio da camino – nel canale la mattina dell’omicidio della ventiseienne. Trattandosi di un oggetto comune e di un ritrovamento avvenuto ad anni di distanza la prudenza è d’obbligo.

Il martello è stato sequestrato insieme ad un altro attrezzo da lavoro. È stato appunto ritrovato accanto a una casa che era di proprietà della nonna delle gemelle Cappa, le cugine (non indagate) della vittima. Al momento tra gli inquirenti la cautela è massima. Per stabilire se ci sia un collegamento tra l’oggetto e il delitto, e si tratti davvero dell’arma utilizzata quella mattina del 13 agosto, dovranno essere effettuate approfondite analisi. La Cassazione, nelle motivazioni della condanna dell’allora fidanzato di Chiara Alberto Stasi “oltre ogni ragionevole dubbio”, aveva messo nero su bianco che all’epoca l’andamento dell’inchiesta fu “senz’altro non limpido, caratterizzato anche da errori e superficialità”.

L’area dragata ha riguardato una lunghezza di circa 1,2 chilometri, ma le ricerche – rese difficili anche dal trascorrere degli anni – si sono concentrate solo nei trecento metri che scorrono lungo il paese. È qui che un testimone sentito da ‘Le Iene’ ha riferito essere stata gettata l’arma del delitto . Nel video della testimonianza, sequestrato e che verrà trasmesso integralmente nella puntata del prossimo 20 maggio, il testimone parla di un lungo oggetto metallico – compatibile con un attizzatoio da camino – che sarebbe stato gettato da una ragazza (asseritamente identificata come Stefania Cappa, non indagata) nella roggia che scorre tra le case. Attrezzo da camino che non è mai mancato da casa Poggi e che non risulterebbe tra gli oggetti trovati.

Le perquisizioni – Sono durate quasi sette ore e hanno riguardato la sua abitazione a Voghera, la casa dei genitori a Garlasco e quelle di Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati), amici di Sempio e di Marco Poggi, fratello della vittima. I due nomi – non inediti per chi conosce gli atti – compaiono tra i verbali dei carabinieri redatti nell’ottobre 2008, poi nell’inchiesta in cui si ricostruiscono i contatti telefonici di Sempio avuti nella mattinata del delitto, quindi tornano nel febbraio del 2024 quando in una relazione i carabinieri svelano che hanno acquisito il loro materiale biologico, oltre a quello rubato a Marco Poggi frugando nella spazzatura. Roberto frequentava la stessa scuola elementare di Marco, con Mattia invece condivideva la passione per il calcio, entrambi frequentavano casa Poggi ed entrambi vengono contattati telefonicamente da Sempio il giorno del delitto. Chiamate ed sms che si concentrano tra le 9.58 e le 12.18 e che rendono credibile, insieme allo scontrino del parcheggio di Vigevano, gli spostamenti di Sempio la mattina di quasi 18 anni fa.

Tra gli oggetti sequestrati, da quanto si apprende, risultano appunti scritti a mano conservati in alcune scatole, vecchi ‘diari’ in cui Sempio scriveva frasi e idee su come piacere alle ragazze, ma le acquisizioni hanno riguardato anche supporti informatici e il contenuto di nuovi e vecchi telefoni. Un atto d’indagine che non sembra turbare Sempio. “Andrea è sereno come sempre e ha dato piena disponibilità a mostrare ogni spazio della casa”, ha detto l’avvocata Angela Taccia che insieme al collega Massimo Lovati difendono il 37enne. Oggi è previsto l’incidente probatorio in cui si discuterà della traccia biologica mista trovata sulle unghie di Chiara Poggi. Intanto la famiglia della vittima, già provata da anni alla ricerca della verità sull’omicidio, si dice “ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando – a distanza di quasi 20 anni – delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa” le parole, in una nota, dell’avvocato Francesco Compagna.

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