I cent’anni di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana

Il 25 aprile, fra le mille manifestazioni che si svolgeranno nella penisola per gli Ottanta della Liberazione – compatibilmente con il lutto per la morte di Francesco, esteso dai soliti tre a cinque giorni dal governo anti-anti-fascista, giusto per consentire cancellazioni –, ce n’è una davvero speciale: il centenario della nascita, il 26 aprile 2025, di Ondina Peteani. A chi non vive nel Nordest o non lavora a Trieste, come il sottoscritto, ma soprattutto per chi se ne frega della Storia e poi si stupisce di non capire niente di cosa succede, questo nome dirà poco. Eppure: donna, operaia, poi ostetrica, dentro-e-fuori le galere dell’Italietta prima fascista poi direttamente nazista, infine leader della Resistenza, più con l’esempio che per le rivolte capeggiate.
Prima staffetta partigiana italiana (A. Di Gianatonio, G. Peteani, Ondina Peteani, Mursia 2012), deportata ad Auschwitz con il numero 81672, sabotatrice di fabbriche d’armi naziste, poi sopravvissuta alla lunga marcia del ritorno e, peggio, alla presenza lacerante della Memoria, lei e il figlio Gianni, adottato all’allora orfanatrofio di Barcola scegliendo rigorosamente il più malmesso. Lo stesso Gianni che avrebbe conservato la sua e la nostra, di Memoria, organizzando le lauree honoris causa di Liliana Segre e Andra e Tatiana Bucci, con Sami Modiano ed Edith Bruck gli ultimi sopravvissuti dell’Olocausto, e oggi Convivere con Auschwitz, autobiografico sin dal nome.
A Ondina, a maggio, verrà dedicato un parco a Roma, si spera con la partecipazione del Presidente Mattarella. Ma intanto, a Ronchi dei Legionari, celebriamo il centenario, appuntamento alle 11 del 25 Aprile davanti al Municipio con Gianni che leggerà, fra gli altri, i messaggi della senatrice Segre e di Andra e Tatiana Bucci, che ricordano il loro incontro raro, scrive, come una stella cadente. E sarà difficile, allora, essere sobri, come s’è raccomandato il governo anti-anti-fascista per bocca del ministro Musumeci espandendo irritualmente il lutto sacrosanto per la morte di papa Francesco, pacifista vero fra tanti pacifinti.
Evento speciale, comunque, il centenario di Ondina, sin dalla location, Ronchi dei Legionari. Molti sanno che il paese fu ribattezzata così dal vero inventore del fascismo, Gabriele D’Annunzio, il cui copyright fu poi scippato al Vate dal Duce, in occasione dell’impresa di Fiume: l’occupazione dell’odierna Rjecka da parte dei legionari per instaurarvi un regime davvero dannunziano, sempre sospeso fra l’anarchico e il futuristico, cui mise fine, in un soprassalto di serietà, l’intervento dell’esercito italiano. Non molti sanno, invece, che nel 1943, a Ronchi, gli operai furono i primi a scendere in strada in tuta da lavoro combattendo contro i nazisti armati fino ai denti. Perdendo, naturalmente, ma iniziando una Resistenza che dura ancora, e durerà per sempre.