Borse e dollaro tonici dopo la distensione tra Trump e Powell e l’apertura a trattative con la Cina
Borse molto toniche (Nasdaq + 3%, Francoforte + 3,1%) e dollaro in recupero sull’euro, dopo le ultime dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump che prospetta la possibilità di trattative con la Cina e abbassa la temperatura dello scontro con il governatore della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, Jerome Powell. Trump ha affermato di non avere intenzione di “licenziare” Powell, come aveva invece lasciato intendere nei giorni scorsi. “Vorrei vederlo un po’ più attivo nella sua idea di abbassare i tassi di interesse”, ha aggiunto il presidente. Gli attriti con la banca centrale hanno ulteriormente eroso la fiducia degli investitori negli asset statunitensi, provocando un ulteriore deprezzamento del dollaro e una debolezza degli indici azionari.
“Avremo un accordo equo con la Cina”, ha ribadito questo pomeriggio Donald Trump. Il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, esclude un taglio unilaterale dei dazi alla Cina. “Come ho detto molte volte, non credo che nessuna delle due parti”, ovvero Washington e Pechino, “creda che gli attuali livelli tariffari siano sostenibili, quindi non sarei sorpreso se diminuissero in modo reciproco”, ha osservato. Bessent ha pure affermato che gli Usa sono “molto vicini a un accordo” commerciale con l’India.
“America First non significa America Alone”, l’America da sola, ha quindi sottolineato Bessent, ribadendo la volontà di lavorare con le organizzazioni internazionali, alle quali però ha chiesto di tornare alla loro missione originaria. “Il Fmi e la Banca Mondiale hanno un ruolo critico nel sistema internazionale. E l’amministrazione Trump vuole lavorare con loro, a patto che rimangano fedeli alla loro missione.
Dal canto suo Pechino si è detta disposta ad avviare i colloqui commerciali con gli Usa. “La Cina ha sottolineato fin dall’inizio che non ci sono vincitori nelle guerre tariffarie e commerciali”, ha commentato sul punto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, per il quale “la porta per i colloqui è spalancata”.
Il quotidiano statunitense Wall Street Journal scrive che l’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di ridurre i dazi sulle importazioni cinesi, in alcuni casi dimezzandoli. Le tariffe alla Cina potrebbe scendere fra il 50 e il 65%, ma è anche allo studio un approccio a più livelli, con dazi al 35% sui beni dalla Cina non ritenuti una minaccia alla sicurezza e al 100% per i prodotti invece considerati strategici per gli interessi americani.