Non credo in Dio ma ho conosciuto un uomo religioso: il maestro Plicato

Ho un difetto mortale: non credo in Dio. Pensandoci bene è forse Dio a non credere in me. Certo è che risorgere resta l’opzione più divertente e incredibile. Ritornare ad avere un corpo, sgambettare tra le nuvole, darsi appuntamento in un giardino edenico, rincorrere le farfalle, baciarsi dappertutto sotto una cascata di polline azzurro. Tutto questo è meglio della cenere, dei vermi e del nulla. Anche meglio del carbonio. Il carbonio non è divertente, se non per alcuni scienziati atei.
Mi fa male non credere in Dio. Mi fa sentire in difetto di fantasia. La vita eterna mi spaventa, eppure dovrebbe spaventarmi di più una vita mortale, segnata dalla fine eterna. Perché sono così innamorato degli esseri umani? Perché cerco di “salvarli dall’oblio” attraverso i miei film? Proprio perché sono mortali. Non comuni mortali. Non c’è niente di comune nel morire. Se fossi cristiano penserei che il vero miracolo sia stato quello di morire sulla croce, essendo il figlio di Dio. Risorgere mi sembra quasi pleonastico, al limite del vezzo divino.
Recentemente ho conosciuto un artista che risorge ogni mattino nel dolore e nell’amore, risorge trafitto dall’amore per la sua adorata moglie, risorge con la depressione addosso che come un mantello di piombo si posa sulle sue spalle, risorge nel freddo, mentre gli facevo il film mi diceva “Riccardo, ho sempre freddo, sempre freddo, non è giusto”. Non è giusto. Non è giusto tramontare. Non è giusto fare soffrire chi amiamo. L’artista che ho conosciuto si chiama Cristiano Plicato.
Cristiano, nonostante il suo nome, è un uomo di sinistra, è un uomo che ha sempre lottato per i bisognosi, per chi ha meno degli altri, per chi vive nell’ingiustizia sociale, eppure è un uomo di spirito, un uomo religioso. La sua è una religione artistica, ogni sua pennellata è un moto dello spirito, andate a vedere i suoi verdi, i suoi rossi, sono colori che risorgono a una nuova vita, così come c’è il rosso Valentino, c’è il rosso Plicato, il verde Plicato.
Quando parla chiudendo gli occhi sembra Tiresia, una saggezza antica si muove attorno a lui, ogni parola è fatta di una verità vissuta fino all’origine della parola. In Cristiano Plicato non esiste la chiacchiera, ed è questo il suo lato religioso. Abbiamo messo il Verbo in croce, lo abbiamo trasformato in vuota chiacchiera. Con Cristiano Plicato il “Verbo” risorge, la parola torna nel suo alveo di senso originario. In questo senso posso dirmi Cristiano, io credo in Cristiano, credo nella sua arte che fa risorgere il colore e la parola e conoscerlo è stata una benedizione.
Per questo voglio farlo conoscere anche a voi attraverso il mio piccolo film, è il mio lato spirituale, la mia fede, la mia resurrezione fragile come il mattino, possente come l’amore. Ci sono tanti modi di credere, questo è il mio. “Devo venirne fuori, devo farlo per mia moglie, ho paura di farla soffrire”. Questo è il maestro Plicato. Pensare sempre agli altri, anche nella più nera depressione, quando alzarsi è una fatica, è dolore, quando la notte pervade anche la luce del mattino, Cristiano lotta con la grazia di chi ama.
Come diceva Dino Formaggio: dipingere è un atto d’amore, amare è la forma più alta d’intelligenza, intelligenza è donarsi con amore agli altri. Buona resurrezione.