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Messa pasquale a San Pietro davanti a 35mila fedeli: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”

Messa pasquale a San Pietro davanti a 35mila fedeli: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”
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È finita a piazza San Pietro la messa di Pasqua, celebrata davanti a circa 35mila fedeli. A presiedere la celebrazione, delegato da Papa Francesco, è stato il cardinale Angelo Comastri. Il Papa, visibilmente affaticato, si è prima affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, nel giorno di Pasqua, salutato con ovazioni dei fedeli. Il Pontefice è poi sceso in piazza a bordo della papamobile per un bagno di folla tra i fedeli. Bergoglio è senza naselli per l’ossigeno e non si risparmia malgrado le raccomandazioni mediche. Poco prima della benedizione ha avuto un breve incontro con il vicepresidente Usa JD Vance.

“Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”, scrive il Papa nel messaggio Urbi et Orbi letto da mons. Diego Ravelli. Il Pontefice chiede pace in Terra Santa. “Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!”, scrive nell’Urbi et Orbi.

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“Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura”, legge ancora monsignor Ravelli dal testo papale. Nessun cenno nelle parole del Papa alla tregua annunciata per la Pasqua dal presidente russo Vladimir Putin.

“Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell’umanità. E perciò non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici”, ha scritto il Papa nell’omelia della messa di Pasqua letta dal cardinale Comastri. “La Pasqua parla di un Cristo ancora vivo in mezzo a noi”, ha continuato il cardinale.

“Cristo è risorto, è vivo! Egli non è rimasto prigioniero della morte, non è più avvolto nel sudario, e dunque non si può rinchiuderlo in una bella storia da raccontare, non si può fare di Lui un eroe del passato, si legge nel testo dell’omelia del Papa, o pensarlo come una statua sistemata nella sala di un museo! Al contrario, bisogna cercarlo e per questo non possiamo stare fermi. Dobbiamo metterci in movimento, uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro. Cercarlo sempre”.

Il testo del Papa sottolinea che Cristo risorto “dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita. Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d’amore di ciascuno di noi”.

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