Mercato auto, crescono le immatricolazioni di elettriche. Ma aumentano quelle senza cliente finale

Nel mese di marzo, sono state targate 173.763 automobili nuove (10.194 in più rispetto allo stesso mese del 2024), con un saldo positivo del 6,23%. Percentuale che ha permesso al mercato italiano dell’auto di chiudere il primo trimestre dell’anno con un calo contenuto a -1,6% e 443.906 immatricolazioni. In questo senso, giova ricordare che le auto-immatricolazioni di vetture tradizionali a marzo sono state complessivamente 14.560, con una flessione di 4.704 unità (-24,42%). Un mercato non brillantissimo, quindi. A livello di alimentazioni, però, nel mese di marzo i risultati migliori sono stati segnati dalle auto elettriche, che hanno registrato una crescita del +75%. Non solo, nel primo trimestre la crescita delle vetture a batteria è stata del 72%. Fermo restando che la quota di mercato delle vetture elettriche rimane molto marginale, pari al 5,2% del totale nel trimestre, il rimbalzo delle automobili alla spina è evidente.
Un dato che per certi versi sorprende, visto che i prezzi delle “Bev” continuano a essere alti, l’atteggiamento degli italiani sull’elettrico è freddino e, soprattutto, il mercato delle elettriche si è storicamente sostenuto sugli incentivi statali, gli stessi che tuttavia il Governo ha deciso di non rinnovare per l’anno in corso. Leggendo l’analisi di Dataforce sul mercato di marzo, emerge però che i risultati ottenuti dalle Bev “includono un rilevante contributo di vetture che devono ancora trovare un cliente finale”. Ciò farebbe intendere che nel computo possano esserci tante vetture a Km0, ovvero le automobili che i concessionari si auto-intestano per centrare i target di vendita e che poi vengono rivendute a prezzi più bassi.
Per capire meglio cosa stia succedendo, abbiamo interpellato Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce, che specifica: “Non parliamo solo delle autoimmatricolazioni fatte dalle concessionarie e dalle case auto, ma anche di una parte delle immatricolazioni fatte dagli operatori del noleggio a lungo termine, poi iscritte e destinate ad uso delle concessionarie. Parliamo di oltre un quinto del mercato delle autovetture elettriche a fine marzo, contro l’8,6% sul mercato totale delle passenger car a fine marzo, che non è stato targato a un cliente finale”.
Lecito chiedersi quindi a quanto ammonti sul venduto elettrico di marzo e su quello del primo trimestre 2025 il suddetto “rilevante contributo” di auto in attesa di cliente finale. “Il ‘problema’ a marzo è stato l’esagerato aumento di immatricolazioni fatte dalle società di noleggio, in particolare dalle captive, lontane da parametri normali. Il canale del noleggio a lungo termine ha targato a marzo il 28% di tutte le elettriche, percentuale che sale al 30% se si guarda il dato di tutto il primo trimestre. Su circa 23.000 vetture elettriche consuntivate al primo trimestre, circa 7.000 sono immatricolate dal noleggio a lungo termine (di cui 1.700 assegnate a concessionarie), insieme ad altre 3.200 immatricolate direttamente dalle concessionarie.
Sul solo mese di marzo sono 1.426 vetture, circa il 15,2% dell’immatricolato elettrico, ma sul cumulato del primo trimestre oltre 5.000 (su 23.000 Bev immatricolate, ndr): parliamo di una crescita di quasi 1.000 targhe rispetto a marzo 2024 e di oltre 3.600 rispetto al primo trimestre 2024. “Numeri ‘omeopatici’ se rapportati alle oltre 38.000 targhe – auto km0 e demo delle concessionarie più il noleggio a lungo termine iscritto a concessionarie del Q1 2025 – che questi canali esprimono sul mercato totale delle autovetture. Ma in percentuale il loro peso è consistente: infatti, le 5.023 targhe Bev del primo trimestre sono le Bev km0 e demo delle concessionarie e sono il 21,8% di tutte le elettriche del primo trimestre”, spiega Saladino.
Sorge il dubbio che i costruttori stiano anche “pompando” auto elettriche ai concessionari per raggiungere i target di CO2 europei ed evitare le multe. “La pressione sui dealer per fare autoimmatricolazioni non è certamente un nuovo trend e le elettriche non sfuggono a questo meccanismo. Ricordiamoci sempre che le auto elettriche, insieme alle Plug-in Hybrid, sono le uniche ad aiutare a raggiungere gli obiettivi di CO2 imposti dal legislatore a livello UE per evitare le multe per lo sforamento di tali limiti, nonostante il rinvio del calcolo delle multe alla fine del 2027”, sostiene Saladino.
Queste elettriche “che devono ancora trovare un cliente finale” sono un fenomeno presente anche su altri mercati europei, quindi? “Il canale delle autoimmatricolazioni viene sfruttato anche negli altri paesi e, al contrario di quanto si possa pensare, l’Italia non è la capolista di questo trend, ma lo è la Germania, seguita dalla Francia. In Germania, quasi il 30% dell’immatricolato elettrico è una km0, In Francia quasi il 18%, UK, Spagna e Paesi Bassi stanno intorno al 10%. In Italia invece le concessionarie targano il 14% di tutte le Bev, contro una quota di km0 complessiva dell’8%. In sintesi, la sfida più difficile della transizione all’elettrico la sta vivendo l’Italia e, appena dopo, la Spagna”, chiosa Saladino: “La quota di elettriche in Italia è attualmente del 5%. Non dimentichiamoci, poi, che nel lungo termine abbiamo ancora ben 3.877 Bev non iscritte, ancora non destinate a privati, a società o a rent-to-rent. È evidente che questa percentuale nei prossimi mesi calerà ma, ad oggi, a quelle 5.023 targhe Bev delle concessionarie, vanno aggiunte altre 3.877 targhe Bev del noleggio a lungo termine in attesa di cliente. La somma dei due cuba una quota del 38% su tutte le Bev del primo trimestre: stock rete e noleggio a lungo termine non iscritto”.
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