Dazi di Trump, il 70% degli italiani è preoccupato (e quasi la metà chiede di rimanere vicini all’Ue)

I dazi imposti da Trump preoccupano e non poco i cittadini italiani. A fotografare la situazione è un sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera e realizzato da Ipsos con interviste effettuate però prima dell’annuncio di Trump che ha deciso di sospendere per 90 giorni tutti i dazi reciproci, per tutti i Paesi che non avevano varato contromisure.
Il 70% degli intervistati si è detto molto o abbastanza preoccupato dalla guerra commerciale, mentre solo il 18% si è detto poco o per nulla preoccupato. Con una differenza però tra gli elettorati. In percentuale, infatti, gli elettori di destra risultano essere meno preoccupati: il 31% degli elettori di FdI non se ne preoccupa e la percentuale aumenta fino al 35% tra quelli della Lega. Una valutazione ottimista su cui pesa, secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, da una parte la fiducia degli elettori meloniani nella premier e nella sua capacità di mediazione, dall’altra la vicinanza del Carroccio al presidente statunitense. Diversa la condizione nel centrosinistra e tra i simpatizzanti di Forza Italia: i “tranquilli” sono solo il 4% degli elettori dem, l’8% di quelli di FI e il 16% tra gli elettori del Movimento 5 stelle.
Per la maggior parte degli intervistati (il 58%), la guerra commerciale scatenata dai dazi non porterà benefici a nessuno e anzi, danneggerà tutti allo stesso modo, mentre il 15% pensa che possano esserci benefici per gli Stati Uniti.
Ma è sul tipo di risposta da dare a Trump che gli intervistati si dividono di più, sia in linea generale che divisi per schieramenti politici. Per il 49% dei partecipanti al sondaggio, per proteggere le proprie aziende e i consumatori, l’Italia dovrebbe concordare con l’Ue una risposta comune, mentre per il 28% sarebbe meglio fare una trattativa diretta con gli Stati Uniti. Le posizioni poi si polarizzano a seconda dell’elettorato di appartenenza. Gli elettori di Forza Italia e Pd (i primi con il 76% i secondi con l’84%), sono convinti che sia necessaria una risposta comune con l’Ue, mentre le percentuali si abbassano con gli altri partiti: gli elettori del Movimento 5 stelle vogliono per il 56% una risposta europea, quelli di FdI per il 49%. Una comunione d’intenti che piace solo al 37% dei leghisti che preferirebbero invece (per il 51%) interloquire direttamente con gli Stati Uniti.
Al di là della risposta ai dazi, comunque, gli intervistati sembrano essere più indecisi su quale schieramento complessivo scegliere. Il 46% pensa che l’Italia debba essere vicina all’Europa più che agli Stati Uniti (17%), ma ben il 37% è incerto su che strada scegliere. Anche in questo caso risultano essere più vicini alla linea statunitense gli elettori del centrodestra (il 40% dei leghisti e il 31% dei meloniani pensano che l’Italia dovrebbe avvicinarsi agli Usa), mentre Pd, Forza Italia e Movimento 5 stelle sembrano preferire la via della vicinanza all’Europa (rispettivamente per il 50%, 84% e 49%).