“Che cosa sia successo dietro la retromarcia di Trump non lo possiamo sapere. Chiunque si azzardi a entrare nella sua testa rischia una labirintite perché è un uomo che sorprende continuamente. Io penso che lui abbia sostanzialmente ottenuto quello che si proponeva con quell’annuncio nel ‘giardino delle rose’: costringere i paesi più deboli a baciargli il deretano, come ha detto lui, cioè a chiedere pietà e a mettersi a trattare sui dazi“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta il nuovo colpo di scena del presidente degli Usa Donald Trump, che ha deciso di sospendere per 90 giorni i dazi a tutti i paesi, con l’esclusione della Cina (i cui prodotti verranno tassati al 125%).
“Trump ha piegato i paesi più deboli – spiega il direttore del Fatto – come sempre fa lui nelle trattative: un pistolone sul tavolo e la strategia del terrore e poi ti blandisce. L’ha fatto persino con Netanyahu che ha strapazzato l’altro giorno esattamente come aveva fatto con Zelensky e nessuno se lo aspettava. Probabilmente adesso preferisce trattare con dei dazi bassi, tenendo però presente che si tratta solo di un rinvio, quindi c’è sempre la spada di Damocle o la pistola sul tavolo su quelli che vogliono andare lì a dettagli le condizioni”.
Alla conduttrice Lilli Gruber che gli chiede se il metodo Trump funziona, Travaglio risponde: “Credo che sia presto per dare una risposta positiva o negativa, nel senso che queste cose le vedremo nel medio e lungo periodo. Al momento come possiamo sapere come finirà il negoziato sull’Ucraina, il negoziato su Gaza e il negoziato sull‘Iran, che è la ragione per la quale Netanyahu era andato a Washington pensando di portargli un piano per fare la guerra a Teheran ed è stato respinto a calci?”.
E ribadisce: “Trump è talmente imprevedibile che dire oggi se ha vinto o ha perso, se ha fallito o se sta riuscendo è totalmente folle. Siamo all’inizio di un percorso. Dopodiché, è evidente la sua faciloneria cialtronesca, ma già è importante che ci si stia impegnando sui negoziati e spero che continui a farlo, visto che purtroppo altre trattative in questo momento non ne abbiamo. Circa le previsioni su cosa succederà in futuro – conclude – ricordo sempre che 3 anni fa abbiamo sentito dire la Russia era in default e adesso cresce diverse volte più della zona euro che le ha messe le sanzioni. Quindi, anche su queste previsioni così affrettate ci andrei cauto perché è meglio aspettare che si depositi il polverone. E Trump è un produttore di polveroni gigantesco“.