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Germania, intesa per la Grosse Koalition. Merz: “L’Ue è avvertita, ci sarà di nuovo un governo forte e capace”

Trovato l'accordo tra Cdu-Csu e Spd. Stretta sull'immigrazione (gli Interni andranno ai conservatori bavaresi) e conferma dell'impegno sul riarmo
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Un segnale “forte e chiaro” ai tedeschi e un segnale chiaro ai partner dell’Unione europea: “La Germania avrà di nuovo un governo forte e capace“. A timbrare così l’avvenuto accordo per un esecutivo di larghe intese a Berlino è Friedrich Merz, leader della Cdu, cancelliere in pectore. Dell’intesa, come da negoziati partiti dopo le elezioni di febbraio, faranno parte i cristianodemocratici, i loro storici alleati della Csu – partito bavarese conservatore – e i socialdemocratici della Spd che fino a febbraio hanno espresso il capo del governo, Olaf Scholz. “Il centro politico del Paese è nella condizione di affrontare e risolvere i problemi del Paese” ribadisce Merz puntando sulla rassicurazione della cittadinanza. Anche perché in un sondaggio pubblicato proprio oggi per la prima volta viene dato come primo partito Alternative für Deutschland. “L’Europa può contare sulla Germania – insiste Merz – La futura coalizione farà riforme e investirà per mantenere la Germania stabile, renderla più sicura e rafforzarla economicamente”. La Cdu terrà un congresso del partito il 28 aprile a Berlino per approvare l’accordo di coalizione. In contemporanea la Spd terrà il suo referendum sul patto tra gli iscritti. A quel punto, toccherà alla presidente del Bundestag e ai gruppi parlamentari definire un calendario per l’elezione del cancelliereò.

Quali connotati avrà il governo di Merz – che potrebbe insediarsi ai primi di maggio – è facile capirlo anche dalla squadra di governo che i giornali tedeschi stanno ricostruendo in queste ore. Alla Cdu andrebbero 7 ministeri tra i quali quello degli Esteri, circostanza che non si verificava – per vari motivi – da quasi sessant’anni. Significativo che una delle tre deleghe che saranno assegnati ai cristianosociali bavaresi sarà quella agli Interni, un messaggio chiaro del cambio di linea sui temi dell’immigrazione: la Csu aveva già questo minitero in uno dei governi Merkel. “Abbiamo intenzione di intraprendere un nuovo corso nella politica migratoria – conferma Merz -. Vogliamo porre fine all’immigrazione irregolare. Saranno effettuati controlli alle frontiere nazionali e le richieste di asilo saranno respinte. Lanceremo un’offensiva per i rimpatri. Porremo fine ai programmi di ammissione volontaria, sospenderemo i ricongiungimenti familiari e aumenteremo significativamente il numero di paesi di origine sicuri”. D’altra parte il “morso” della Afd – che sull’immigrazione punta gran parte delle proprie campagne – si fa sentire. “In questo contesto – annuncia il cancelliere in pectore – modificheremo ancora una volta la legge sulla cittadinanza: la naturalizzazione sarà nuovamente possibile solo dopo cinque anni. Vogliamo rafforzare la sicurezza interna della Germania”. In questo senso saranno aumentati i poteri della polizia federale e le autorità di sicurezza, dice il leader cristianodemocratico, potranno “conservare gli indirizzi IP per tre mesi”.

I ministri socialdemocratici saranno 5: quelli di peso sarebbero senz’altro quello delle Finanze e la riconferma dell’attuale titolare della Difesa Boris Pistorius che raccoglie consensi trasversali e ha un buon grado di popolarità. La linea del riarmo, d’altra parte, è confermata dal futuro capo del governo che ha parlato di aumento della spesa per la difesa per consentire al Paese e all’Europa di garantire la propria sicurezza anche di fronte a un eventuale disimpegno americano. “La spesa per la nostra difesa deve aumentare in modo significativo e rigoroso fino alla fine della legislatura”, si legge nell’accordo di governo siglato da conservatori e socialdemocratici, nel quale si aggiunge che “per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, la Germania e l’Europa devono essere in grado di garantire la propria sicurezza in maniera molto più estesa”.

Dalle prime informazioni circolate e diffuse da Der Spiegel, tra i punti dell’intesa tra i due partiti non c’è alcun aumento delle tasse, anche se resterà il contributo di solidarietà, confermato di recente anche da una sentenza della Corte Costituzionale. Per le imprese cadrà l’obbligo della due diligence sui diritti umani, l’ambiente e la gestione del rischio. Il reddito di cittadinanza sarà riformato, come pure la procedura rapida per ottenere la cittadinanza. Per il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung verrà inoltre introdotta la pensione attiva proposta dall’Unione, che consentirà agli anziani di guadagnare un reddito extra esentasse.

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