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Azioni Apple crollate di oltre il 20% per i dazi. La Casa Bianca auspica un rimpatrio della produzione di iPhone

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I dazi di Trump verso la Cina sta creando problemi a anche ad Apple, visto che il paese asiatico è il principale centro di assemblaggio dei telefoni iPhone. Anche per questo motivo, le azioni del colosso statunitense sono crollate di oltre il 20% a Wall Street negli ultimi giorni, perdendo 700 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il valore di mercato della società è ora di 2.600 miliardi di dollari, sorpassata da Microsoft a 2.640 miliardi.

Secondo alcuni media Apple avrebbe spedito aerei carichi di iPhone dall’India e dalla Cina prima dell’entrata in vigore delle tariffe, assicurandosi una certa disponibilità di smartphones. L’amministratore delegato Tim Cook, starebbe cercando di ottenere delle esenzioni dai dazi. La Casa Bianca però preme perché la catena produttiva dei cellulari venga spostata negli Usa. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il principale fautore dei dazi nell’entourage presidenziale, ha sottolineato come un rimpatrio della produzione creerebbe “milioni” di posti di lavoro.

Ci sono però anche molte perplessità, a cominciare dalle probabili ricadute sui prezzi. Produrre iPhone negli Usa significherebbe far aumentare il costo di uno smartphone a 3.500 dollari, ha calcolato Dan Ives della società finanziaria Wedbush Securities. Non solo: per trasferire solo il 10% della sua catena di approvvigionamento negli Stati Uniti, ad Apple servirebbero tre anni e investimenti per 30 miliardi di dollari.

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