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Ultimo aggiornamento: 17:10 del 7 Aprile

Metalmeccanici, 8 ore di sciopero per riaprire il negoziato sul contratto. I sindacati: “Governo? Non pervenuto”

"Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica stanno facendo come le tre scimmiette: non sentono i lavoratori, non vedono dazi e non parlano con le organizzazioni sindacali"
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“Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica stanno avendo un comportamento irresponsabile e antidemocratico non riaprendo il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Le nostre controparti stanno facendo come le tre scimmiette: non sentono i lavoratori, non vedono dazi e crisi, né gli scioperi. E non parlano con le organizzazioni sindacali”. A rivendicarlo è Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, a margine di una conferenza stampa di Fim, Fiom e Uilm, nel corso della quale sono state annunciate otto nuove ore di sciopero (che potranno essere aumentate, ndr) da organizzare nelle prossime settimane, per il mancato rinnovo del contratto dei metalmeccanici.

I metalmeccanici erano già scesi in piazza lo scorso 28 marzo per protestare contro la chiusura della trattativa con Federmeccanica e Assistal, ormai ferma da mesi. Il contratto, scaduto a giugno 2024, riguarda oltre 1,5 milioni di lavoratori. Eppure, “nonostante la buona riuscita dello sciopero nazionale unitario” – hanno attaccato le organizzazioni dei lavoratori – “la posizione di Federmeccanica e Assistal è rimasta ferma nella assoluta indisponibilità a riprendere il confronto”.

Uno scenario che si aggrava di fronte ai dazi di Trump: “Chiediamo che venga data la possibilità ai lavoratori di poter spendere, di poter recuperare un minimo di potere d’acquisto“, spiega il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. “Altrimenti ci sarà un cortocircuito perché le esportazioni si bloccheranno e si bloccheranno i consumi interni”, conclude Palombella.

“Vogliamo più salario, la riduzione dell’orario, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e più tutele e diritti per i lavoratori anche degli appalti. Questo è l’investimento sul futuro che il sistema delle imprese deve fare e su cui chiediamo la garanzia da parte del Governo”, ha aggiunto De Palma.

Una partita, quella del mancato rinnovo del contratto, nella quale “il governo non è pervenuto“, attacca ancora Palombella. “Abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, nemmeno l’ombra. E ci aspettavamo un intervento, una pressione nei confronti delle aziende”. Ma non è arrivato nulla: “Tutto mentre dalle controparti è in atto una campagna di delegittimazione dei sindacati, fatta di comunicati stampa, di premi unilaterali da parte delle aziende in chiaro stile antisindacale, volte a premiare chi non sciopera, pure con buoni spesa, così da risparmiare pure sulle tasse. Azioni che rispediamo al mittente. Ma così si rischia di far implodere il Paese e tagliare i salari”, aggiunge pure Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl.

Ue e governo devono agire su due strade: un pacchetto straordinario di risorse per il sistema industriale e per l’occupazione, impedire le delocalizzazioni. E ricostruire una rete commerciale che vada al di là degli Stati Uniti. Altrimenti gli effetti che rischiano di determinarsi sui lavoratori saranno drammatici”, ha concluso De Palma.

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