Dazi, Musk pubblica video di Friedman sul libero mercato. E il consigliere di Trump lo attacca: ‘Assemblatore di auto’
Sabato scorso, intervenendo in video-collegamento al congresso della Lega di Matteo Salvini, aveva indossato i panni dell’imprenditore preoccupato per le conseguenze delle tariffe reciproche senza precedenti annunciate da Donald Trump. E oggi – dopo essersi detto speranzoso per una “zona di zero dazi in futuro” tra Usa ed Europa – Elon Musk ha nuovamente preso le distanze dalla linea protezionista tracciata dal suo presidente con i dazi. Lo ha fatto pubblicando sul suo profilo X un celebre video dell’economista Milton Friedman, in cui il premio Nobel per l’economia nel 1976 illustra, attraverso l’esempio di una matita, la forza del libero mercato. Le posizioni di Friedman sul protezionismo sono note: i dazi, diceva, sono misure protettive che “proteggono molto bene il consumatore da una cosa: dai prezzi bassi”.
Le recenti prese di posizione di Musk hanno però provocato la stizzita reazione del consigliere della Casa Bianca per il Commercio, Peter Navarro. Considerato l’architetto del piano di dazi lanciato da Trump, Navarro ha definito Musk “un assemblatore di automobili“. Una replica anche alle frasi dello stesso patron di Tesla che lo aveva denigrato come un “egocentrico che non ha mai costruito un c…”. “Quando si tratta di tariffe e commercio, Elon non è un produttore di automobili ma un assemblatore di automobili”, ha detto Navarro a Cnbc, aggiungendo che molti componenti Tesla provengono da Giappone, Cina, Taiwan. “La differenza tra il nostro modo di pensare e quello di Elon è che noi vogliamo che gli pneumatici siano realizzati ad Akron, vogliamo che le trasmissioni siano realizzate a Indianapolis”, ha aggiunto.
Il fondatore di Tesla e SpaceX però non fa passi indietro e oggi ha postato il video del celebre economista che promuove il libero mercato. Nel video, infatti, Friedman spiega come i mercati internazionali e il commercio senza barriere aumentino la qualità della vita, utilizzando il celebre esempio della matita di grafite, un prodotto che trae beneficio dalle catene di approvvigionamento globali e dalla cooperazione internazionale. Friedman illustra come migliaia di persone in tutto il mondo abbiano collaborato per realizzare una semplice matita, che può essere acquistata in un negozio per una “cifra irrisoria“.
“Non c’è una sola persona al mondo in grado di produrre questa matita. Parole forti? Per niente”, afferma Friedman nel video. La riflessione parte dalla composizione stessa dell’oggetto: il legno “prodotto nello Stato di Washington”, tagliato con una sega d’acciaio ricavata da “minerale di ferro”; la grafite compressa, che “penso provenga da qualche miniera in Sud America“; la gomma, “probabilmente proveniente dalla Malesia, Paese di cui l’albero della gomma non è nemmeno nativo, ma importato dal Sud America da uomini d’affari con l’aiuto del governo britannico“. Secondo Friedman, l’oggetto quotidiano è il frutto della cooperazione invisibile di “letteralmente migliaia di persone che hanno collaborato a produrre questa matita – persone che non parlano la stessa lingua e pregano religioni diverse”.
È proprio questo, per l’economista, il punto cruciale: “Se compri questa matita, stai scambiando alcuni minuti del tuo tempo con pochi secondi di quel migliaio di persone. Ma cosa le ha accomunate a produrre insieme questa matita? Nessun commissario che emetteva ordini da un ufficio centrale, ma è stata la magia del sistema dei prezzi a metterle insieme a cooperare per produrre questa matita, così che voi possiate averla per una somma insignificante”. Un post, quello di Musk, che per molti sembra essere una critica diretta alla politica dei dazi di Donald Trump.