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Dazi, El Pais: “L’Ue valuta se usare lo strumento anti coercizione per chiudere il mercato alle aziende Usa”

Servirebbe però un voto a maggioranza qualificata in Consiglio. Parigi, Roma e Dublino, che temono i dazi sul vino e sul whisky, chiedono tempo per negoziare
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La Ue prepara la sua risposta “senza linee rosse nel catalogo europeo di rappresaglie” ai dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump a partire dal 2 aprile. El Pais, citando qualificate fonti comunitarie scrive che Bruxelles sta valutando di applicare anche lo “strumento anti-coercizione” per la sicurezza economica, che consentirebbe di chiudere il mercato Ue a determinati beni e servizi e anche di impedire ad aziende statunitensi di partecipare ad appalti pubblici europei o a progetti finanziati con il bilancio comunitario. L’esecutivo Ue può proporre di attivare quello strumento quando ritiene che un Paese terzo stia utilizzando il commercio per far pressione sull’Unione (o anche su un solo Paese) e interferire con le sue scelte sovrane. Il meccanismo comprende tra il resto eventuale ritiro delle licenze di importazione, preclusione dell’accesso ai mercati assicurativi e finanziari e limitazioni allo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale.

Secondo i dati dell’amministrazione statunitense citati nell’articolo, le relazioni commerciali fra Ue e Usa sono fra le più intense al mondo, con un intercambio di beni di circa 900 miliardi di euro e un saldo positivo per l’Unione europea di 235,5 miliardi. L’Ue in passato ha risposto alle misure protezionistiche di Washington con contromisure mirate, ma i nuovi dazi minacciano una guerra commerciale senza precedenti.

La stessa fonte spiega comunque al Pais che nelle varie capitali europee ci sono diffidenze sull’andare oltre una risposta simmetrica in materia di tariffe. Parigi, Roma e Dublino, che temono i dazi sul vino e sul whisky, hanno chiesto alla Commissione più tempo per negoziare con Washington e modulare la risposta. C’è il timore che i Paesi europei agiscano in modo indipendente per proteggere i propri interessi, evidenzia il quotidiano spagnolo. “Se Trump riesce a rompere l’unità, l’Ue è perduta”, dice una fonte di alto livello dell’Ue. Una situazione che renderebbe poco probabile l’attivazione del meccanismo anti coercizione, che richiede un voto a maggioranza qualificata in Consiglio: devono esprimersi a favore 15 Paesi su 27 e occorre che le capitali che dicono sì rappresentino il 65% della popolazione del blocco.

La Commissione, ricorda il quotidiano, dopo aver rinviato l’entrata in vigore dei contro dazi annunciati a metà marzo sostiene che continuerà a negoziare con Trump fino alla fine e ha offerto alcune concessioni, come abbassare le tariffe sui beni industriali, promuovere alcune importazioni e arrivare ad accordi per aumentare il flusso verso l’Europa di gas liquefatto statunitense.

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