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Radiati ma ancora in attività, sono circa 200 i medici in attesa del giudizio definitivo

Complessivamente, sono circa 900 i fascicoli aperti alla Ceeps. Si tratta di ricorsi presentati da tutte le tipologie di professioni sanitarie e per tutte le tipologie sanzioni disciplinari: avvertimenti, censure, sospensioni, radiazioni
Radiati ma ancora in attività, sono circa 200 i medici in attesa del giudizio definitivo
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Sono circa 200 i medici che sono stati radiati dal proprio ordine di appartenenza e che continuano a esercitare la professione in attesa del giudizio definitivo della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Ceeps). La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha confermato all’Ansa il dato anche se orientativo. Complessivamente, sono circa 900 i fascicoli aperti alla Ceeps. Si tratta di ricorsi presentati da tutte le tipologie di professioni sanitarie e per tutte le tipologie sanzioni disciplinari: avvertimenti, censure, sospensioni, radiazioni.

L’ordine – “Ci auguriamo che vengano presi subito provvedimenti per smaltire gli arretrati e fluidificare il lavoro della Commissione, a tutela in primo luogo dei cittadini e anche dei medici in attesa di giudizio, che aspettano una decisione certa” dichiara il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. L’attenzione è soprattutto sui medici nei confronti dei quali gli ordini di appartenenza hanno disposto la radiazione. “Non abbiamo numeri precisi ma, considerando che sono in media uno all’anno per ordine, che gli ordini sono 106 e che la Cceps è sostanzialmente ferma del 2022, potrebbero essere, con una stima a braccio, circa 200. Si tratta di 200 medici che, nelle more del giudizio, visto che il ricorso sospende l’efficacia della sanzione, continuano a fare i medici, anche se avessero commesso fatti gravi”.

Ieri la Fnomceo aveva proposto l’istituzione, in seno alla Cceps, di una sezione stralcio che possa esaminare i ricorsi in sospeso al 31 dicembre 2024 relativamente alle sanzioni meno gravi. “È questo l’obiettivo di un emendamento presentato questa mattina dall’onorevole Annarita Patriarca che propone l’istituzione di una commissione stralcio per smaltire gli arretrati”, fa sapere Anelli. “Ci auguriamo che il Parlamento accolga la proposta in modo tale che si ripristini l’ordinaria attività della Commissione evitando che i professionisti sospesi o radiati continuino ad esercitare”.

Milano – È una situazione disarmante. Abbiamo persone che si sono macchiate anche di reati gravissimi a cui sono state comminate sanzioni disciplinari severe, come la sospensione e la radiazione. Queste sanzioni, però, non vanno a segno perché il ricorso sospende il provvedimento. Nel nostro Ordine sono decine i casi di questo tipo; il più vecchio risale al 2016″ spiega all’Ansa il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi. “Non c’è nulla di negativo nella possibilità di opporre ricorso a un provvedimento dell’Ordine di appartenenza”, dice Rossi. “Anzi, è un fatto di civiltà giuridica, ma il procedimento deve funzionare. La gestione degli aspetti disciplinari è per gli Ordini un impegno importante, che negli ultimi anni è ulteriormente cresciuto”.

Il crescere della conflittualità del rapporto tra medici e pazienti, infatti, non ha avuto come effetto solo l’aumento degli episodi di violenza nei confronti dei sanitari, ma anche l’incremento degli esposti all’Ordine dei medici per presunti comportamenti scorretti da parte dei medici dei medici. “Ne riceviamo decine al mese; e per le ragioni più varie”, dice Rossi. “Per esempio, moltissimi riguardano le prestazioni richieste dal cittadino e negate da parte del medico. A fianco di queste, che non hanno conseguenze per il sanitario, ci sono episodi – anche gravi – che danno vita a un procedimenti disciplinare. Per seguire tutto ciò abbiamo un team di tre avvocati e personale dedicato”, aggiunge il presidente dell’Ordine di Milano. “Tutto ciò è garanzia di buona qualità dell’assistenza. Noi facciamo tanto, ma se poi il tutto si arena in Ceeps il nostro lavoro è vanificato”.

Roma – Nella provincia di Roma, circa un centinaio di sanzioni irrogate dall’Ordine dei medici ai propri iscritti non sono ancora diventate esecutive a causa del ricorso effettuato dal medico alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (Ceeps), che non si è ancora espressa. Alcuni di questi procedimenti hanno più di 8 anni riferisce all’Ansa il presidente dell’Ordine dei medici di Roma Antonio Magi. “In questo conteggio rientrano tutti i tipi di sanzioni: avvertimenti, censura, sospensione, radiazione”, precisa Magi. “Tuttavia, la gran parte dei ricorsi sono contro le sanzioni più gravi: sospensione e radiazione”. Per il presidente dell’Ordine di Roma, ad aggravare la situazione è il fatto che l’Ordine non può comunicare le sanzioni disciplinari comminate ai propri iscritti. “Per ragioni di privacy, fino a che la sanzione – per esempio una radiazione – non diviene definitiva, noi non possiamo comunicarla. Un paziente, quindi, potrebbe essere seguito da un medico che ha già ricevuto una radiazione senza saperlo. In tal modo non possiamo tutelare il cittadino”.

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