Sequestrata e picchiata dai genitori perché aveva una relazione con un ragazzo trans: arrestati padre e madre a Ercolano
Si era innamorata di un ragazzo 20enne che sta seguendo un percorso di transizione, la 19enne Concetta (nome di fantasia) segregata e picchiata ferocemente dai genitori per quasi un anno, anche con una mazza. Padre e madre, 47 e 43 anni, di Ercolano, non avevano accettato la relazione e l’orientamento sessuale della figlia: sono stati arrestati per sequestro di persona e maltrattamenti, i Servizi sociali del Comune si sono intanto attivati per aiutare i fratelli minorenni della ragazza, che nel frattempo ha deciso di lasciare l’abitazione di famiglia.
Una storia interrotta dall’intervento dei carabinieri di Torre del Greco, che domenica hanno messo fine alle vessazioni intervenendo d’urgenza prima a Sant’Antonio Abate, dove la vittima era scappata ed aveva provato a trovare riparo, a casa di un’amica del compagno, e poi a Ercolano. Era stato il fidanzato ad allertare il 112. “Venite ad aiutarci, vi prego, non ne possiamo più”. I genitori di Concetta erano riusciti a rintracciare la figlia grazie a un gps installato nel cellulare. Avevano già minacciato di incendiare la casa del suo compagno. Hanno prelevato Concetta con la forza e l’hanno trascinata via per riportarla ad Ercolano, privata del cellulare e della possibilità di comunicare con l’esterno, come ormai era prassi da tempo.
Le violenze fisiche e psichiche duravano da quasi un anno. Botte, umiliazioni. Iniziate quando i genitori avevano scoperto la relazione e avevano iniziato ad osteggiarla, impedendole di uscire e di vedere il suo compagno e persino di comunicare al telefono, sottrattole con la prepotenza e senza che lei trovasse il coraggio di denunciare i soprusi subiti. Fino a prenderla a schiaffi e a romperle una mazza sulle gambe.
L’incubo è finito domenica. I carabinieri, dopo aver raccolto le testimonianze e i video di Sant’Antonio Abate che documentavano il sequestro, si sono precipitati ad Ercolano e, muniti di body cam, hanno fatto irruzione nell’appartamento dove Concetta di fatto era tenuta prigioniera. Piangeva tra le braccia della nonna. Ha ringraziato i militari e si è sciolta in un ultimo pianto liberatorio, prima di raccontare tutto. “Ero disperata”.