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Romania, Georgescu escluso dalla ripetizione delle elezioni presidenziali. Ma (per adesso) l’Ufficio elettorale non spiega il motivo

Ora la decisione potrà essere impugnata alla Corte costituzionale che dovrà esprimersi entro il 15 marzo. Incidenti tra i suoi sostenitori e la polizia, poi torna la calma
Romania, Georgescu escluso dalla ripetizione delle elezioni presidenziali. Ma (per adesso) l’Ufficio elettorale non spiega il motivo
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Calin Georgescu non è stato ammesso alle elezioni presidenziali che si terranno in Romania a maggio. L’Ufficio centrale elettorale ha invalidato la candidatura del leader nazionalista dell’Alleanza per l’unione dei rumeni. Al momento, la commissione non ha spiegato i motivi della decisione. Ora la decisione potrà essere impugnata alla Corte costituzionale che dovrà esprimersi entro il 15 marzo.

Georgescu ha protestato con un post su X, definendo la sua esclusione “un colpo diretto alla democrazia nel mondo”. L’Europa, ha sostenuto, “è ormai una dittatura, la Romania vive sotto la tirannia”. Quando è stata resa nota la posizione dell’Ufficio centrale elettorale – riferiscono i media locali – sono scoppiati incidenti tra la polizia e i sostenitori di Georgescu che sono stati dispersi con spray urticante e lacrimogeni. Come dichiarato dalle stesse autorità, la situazione è attualmente sotto controllo. In suo sostegno si sono subito espressi pubblicamente anche Elon Musk (“Questa è follia”) e il vicepremier Matteo Salvini (“Eurogolpe in stile sovietico”).

Il candidato di estrema destra aveva vinto a sorpresa il primo turno delle elezioni presidenziali romene del 24 novembre. Alla vigilia del ballottaggio, tuttavia, la Corte costituzionale aveva annullato i risultati a causa di irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale. Aveva tentato senza successo di ottenere il sostegno della Corte europea dei diritti dell’uomo, ma i giudici avevano rigettato il suo ricorso contro l’annullamento delle elezioni di novembre.

L’ultranazionalista indipendente, ben visto a Mosca e osteggiato dall’Unione europea, aveva quindi depositato la sua candidatura alla nuova tornata davanti alla Commissione elettorale. I sondaggi lo indicano ancora come il principale favorito per le elezioni di maggio, con il primo turno previsto per il 4 e l’eventuale ballottaggio il 18. La scorsa settimana, però, la procura generaledopo averlo fermato a fine febbraio – lo ha formalmente incriminato per la creazione di un’organizzazione fascista e per aver mentito sulla provenienza dei fondi della sua campagna elettorale.

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