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Lukaku: “Non odio l’Inter, se qualcuno ha parlato non ero certo io”. E poi dice: “Non ho più sentito Lautaro”

Dal passato in nerazzurro al presente con il Napoli: il centravanti belga si racconta
Lukaku: “Non odio l’Inter, se qualcuno ha parlato non ero certo io”. E poi dice: “Non ho più sentito Lautaro”
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La storia d’amore tra Romelu Lukaku e l’Inter è ormai conclusa, ma non si è mai tramutata in odio. Se ogni volta che lo incontrano da avversario i tifosi nerazzurri lo riempiono di fischi, da parte del calciatore belga non c’è alcun tipo di astio. Intervistato dal Corriere dello Sport, l’attuale attaccante del Napoli ha parlato del suo rapporto con la sua ex squadra e con quello che era il suo amico e partner d’attacco Lautaro Martinez con cui, sotto la gestione di Antonio Conte, hanno fatto valanghe di gol vincendo anche lo Scudetto nella stagione 2020/2021.

“Io l’Inter non l’ho mai odiata. Se qualcuno ha parlato in quel periodo, non ero di certo io. – ha ammesso il gigante belga prima di parlare dei ricordi legati a quella che è stata ribattezzata la Lu-La, ossia la coppia composta dallo stesso Lukaku e LautaroNon l’ho più sentito. Lui è un ottimo giocatore e un ottimo ragazzo, merita tutto ciò che di bello gli sta capitando, ha lavorato tanto per ottenerlo. Uno come lui migliora il prestigio della Serie A”.

Nel corso dell’intervista, l’attaccante del Napoli ha parlato anche di alcuni aspetti della sua vita privata. Nello specifico, quello che concerne la sua alimentazione: “Ho perso qualche chilo. Ora ne peso 99, all’Inter ero 101 chili. Ma il mio peso forma è 102 chili. Seguo una dieta ferrea, alla mattina non mangio mai. In Inghilterra avevano una percezione sbagliata, dicevano che ero pigro. Non ho mai reagito agli attacchi e alle critiche, sono uno che lavora e poi va a casa dai figli. Qui in Italia tutto è cambiato, sono passato dall’essere etichettato come pigro a lavoratore”.

La forma fisica è un aspetto a cui il suo allenatore Antonio Conte tiene tantissimo. Il loro rapporto è idilliaco e Lukaku si è detto più volte riconoscente nei confronti del tecnico italiano che ha migliorato diversi aspetti del suo gioco: “Prima di conoscerlo odiavo giocare spalle alla porta. Quand’ero al Chelsea fu molto chiaro. Mi disse: ‘Se non migliori questo aspetto non puoi giocare con me’. Non avevo alternative. Ma devo ringraziarlo, perché quel punto debole si è trasformato in qualità. E poi preparare la partita. In Italia è molto più importante che da altre parti. I difensori studiano l’attaccante, ma anche gli attaccanti studiano chi li marca. E’ un gioco di adattamenti che rende tutto più interessante”.

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