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Vendite al dettaglio in calo anche a gennaio (-0,2%). Mini revisione per il Pil del 4o trimestre 2024, ora a + 0,1%

La fiacchezza di consumi e commercio emerge anche dai dati sulle vendite al dettaglio di gennaio che mostrano un nuovo calo. Nel primo mese dell'anno si è comprato lo 0,2% in meno del gennaio 2024 ma si è speso lo 0,9% in più, a causa dell'aumento dei prezzi
Vendite al dettaglio in calo anche a gennaio (-0,2%). Mini revisione per il Pil del 4o trimestre 2024, ora a + 0,1%
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Minuscola revisione al rialzo per il Pil italiano del quarto trimestre 2024. La prima stima aveva indicato una variazione nulla, ora l’Istat indica un incremento dello 0,1% rispetto ai tre mesi prima (+ 0,6% su base annua). Meglio che niente ma non cambia la sostanza, l‘economia italiana è ferma. La variazione acquisita del Pil italiano per il 2025, ovvero lo “slancio” con cui affrontiamo l’anno in corso, è ora pari allo 0,1%.

Rispetto al terzo trimestre del 2024, il periodo ottobre-dicembre ha mostrato un incremento dello 0,1% dei consumi delle famiglie. Gli investimenti fissi lordi salgono dello 0,4%. Guardando ai diversi settori produttivi da segnalare il piccolo arretramento dei servizi (- 0,1%) con il commercio a zero, mentre l’industria segna un incremento del valore aggiunto dello 0,8%. L’incremento più forte viene, di nuovo, dalle costruzioni (+1,2%) mentre l’agricoltura arretra dello 0,7%.

La fiacchezza di consumi e commercio emerge anche dai dati sulle vendite al dettaglio di gennaio che mostrano un nuovo calo. Nel primo mese dell’anno si è comprato lo 0,2% in meno del gennaio 2024 ma si è speso lo 0,9% in più, a causa dell’aumento dei prezzi. Invariata la quantità di prodotti alimentari finiti nei carrelli della spesa ma, alla cassa, si è pagato il 2,1% in più di un anno fa. Le vendite di non alimentari sono scese dello 0,3% in quantità, con incassi incassi dei negozianti invariati rispetto all’anno prima. Si è speso di più soprattutto per abbigliamento (+ 1,9%) e farmaci (+ 1,8%). La grande distribuzione registra un incremento degli incassi del 2,1% (+ 4,1% i più economici hard discount), mentre i piccoli negozi non hanno variazioni. Giù il commercio on line (- 3,3%).

Per il commercio, “l’avvio dell’anno è nettamente in salita”, i dati “certificano il peggiore gennaio degli ultimi tre anni, un risultato decisamente al di sotto delle attese”, osserva Confesercenti. Per l’Unione Nazionale Consumatori sono “dati allarmanti. Iniziamo l’anno nel peggiore dei modi, con una caduta congiunturale delle vendite, sia alimentari che non, sia in valore che in volume. Insomma, peggio di così non si può. Non si salva nessuno”. Assoutenti evidenzia che “sul fronte dei beni alimentari assistiamo ad una debacle completa“.

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