Primi riscontri a un mese dall’avvio della riforma dell’invalidità civile, iter complesso e lento, domande giù dell’84%
Crollano dell’84% le richieste di invalidità civile in gennaio per effetto della riforma avviata in via sperimentale dal governo Meloni a inizio 2025. A comunicare il dato sono le organizzazioni regionali di Cgil Cisl e Uil della Lombardia, che ricordano che la provincia di Brescia è tra le 9 coinvolte per il monitoraggio a livello nazionale. A distanza di un mese dall’avvio si registra un vero e proprio crollo delle domande. “Nel 2024, spiegano i sindacati, sono state presentate circa 30mila richieste, approssimativamente 2.500 al mese, mentre nel gennaio del 2025 sono state solo 400“.
“Un quadro inquietante, osservano Cgil, Cisl e Uil, che rischia di penalizzare le fasce più fragili della popolazione, che vedono ulteriormente ridotte le opportunità di accesso ai servizi e di risposte”. Si tratta di criticità legate al nuovo iter previsto, sia per la presentazione della domanda, sia per la fase valutativa. Fino allo scorso 31 dicembre si predisponeva un certificato medico da allegare alla domanda, curata principalmente dai patronati. Oggi è invece prevista la trasmissione telematica di un certificato medico introduttivo “molto più articolato” che sostituisce la domanda, con un tempo di compilazione medio richiesto di “almeno 60 minuti”.
All’Inps spetta poi la valutazione, che però finora “ha evidenziato numerose difficoltà operative derivanti dall’insufficienza delle figure professionali, a partire dai medici legali”. Il rischio concreto è di “un allungamento del tempo medio per il completamento dell’istruttoria, che sta colpendo in particolare utenti con patologie oncologiche, per i quali la normativa prevede una tempistica di valutazione rapida, entro15 giorni dalla trasmissione del certificato, che di fatto non viene rispettata”.