Quando mia madre fu rapita, torturata e stuprata dentro di me esplosero odio e rabbia.

Sono due emozioni veramente potenti, capaci di scatenare una tempesta chimica nel nostro corpo innalzando la produzione di cortisolo, norepinefrina e altre “anfetamine naturali”. Queste sostanze sono molto utili in caso di pericolo perché potenziano le nostre forze. Preparano corpo e mente alla lotta o alla fuga.

Il battito cardiaco accelera, i muscoli diventano più forti, i riflessi più veloci, la mente maggiormente concentrata sulla fonte del pericolo, siamo anche capaci di incassare meglio i colpi e resistere al dolore.

Queste reazioni sono state elaborate in milioni di anni e hanno permesso ai nostri antenati di affrontare i pericoli e combattere le belve o fuggire con il massimo di efficienza.

Ma gli animali, passato il pericolo, ritornano a uno stato di quiete, noi invece siamo in grado di nutrire odio e rabbia per anni e continuare quindi a vivere uno stato fisiologico di allarme.

La produzione delle “anfetamine naturali” continuano anche nei momenti di quiete. Viviamo come se in ogni istante una tigre con i denti a sciabola stesse per saltarci addosso. Siamo pronti allo scontro anche se non c’è una minaccia immediata.

Moltissime ricerche scientifiche hanno dimostrato che vivere come se si fosse continuamente in pericolo, producendo gli ormoni dello stress, provoca una serie di squilibri nel nostro metabolismo capaci di generare notevoli malanni (qui link a ricerche scientifiche).

Ma questo eccesso di ormoni “del pericolo” ha anche un effetto sulla nostra mente razionale. Il nostro cervello percepisce l’eccesso di cortisolo e lo legge come un segnale un pericolo. È un circolo vizioso: lo stato emotivo rafforza la produzione del cortisolo e l’eccesso di cortisolo viene interpretato esso stesso come uno stato di pericolo. La mente è così portata a percepire la realtà come costantemente minacciosa.

La mente si focalizza su qualunque aspetto potenzialmente pericoloso, e non registra invece gli aspetti positivi, e quindi aumentano pessimismo, pensieri negativi, frustrazione e paranoia.

Dopo il sequestro di mia madre, l’odio e la rabbia sono state per me emozioni quotidiane per parecchi anni e ben presto ho iniziato a soffrire di una serie di malanni da manuale. Una cistite cronica, gastrite, coliche renali e difficoltà a dormire. E non mi rendevo conto di vivere sempre in allarme. Mi sembrava che la mia mente funzionasse come prima.

Liberarsi dall’odio non è facile. Proprio perché non ti rendi conto che ogni giorno “assumi una dose di odio” che sballa il tuo corpo e il tuo cervello. Un primo miglioramento lo puoi ottenere rendendoti conto che l’odio non è un’emozione utile: non diminuisce il dolore per l’ingiustizia subita. L’odio è una malattia. Ma accedere a questa consapevolezza è difficilissimo anche perché siamo cresciuti in una cultura che elogia l’odio, ne fa un diritto, uno strumento che ti dà la forza per combattere le ingiustizie.

La nostra cultura cristiana ha tradito le parole di Gesù, e venera invece quella frase che troviamo nella Bibbia: “Occhio per occhio, dente per dente”. Discorso lungo… Tutto dipende da come rispondi a una domanda difficile: chi ti ha inflitto un’ingiustizia o una violenza ha vinto o ha perso? A seconda di come rispondi coltivi l’odio o lo vaporizzi.

Nel prossimo post ti racconterò del mio desiderio di liberarmi dall’odio. Ti dico subito che non ci sono riuscito. Ma l’ho disinnescato in buona parte. Intanto una piccola informazione molto utile. Per stemperare l’odio è necessario innanzitutto fermare il proliferare degli ormoni dello stress. La grandissima neurologa Daniela Lucangeli (vedi sotto i link) ci racconta come possiamo aumentare la nostra produzione di ossitocina, l’ormone che permette alle donne di dimenticare i dolori del parto e può annullare gli effetti degli ormoni dello stress.

– dedica 5 minuti a ricordare momenti gioiosi della tua vita, rivivere le sensazioni che hai provato.
– Abbraccia una persona per un minuto.
– Guardarsi negli occhi per un minuto.
– Accarezzare, essere accarezzati.

Daniela Lucangeli link:

Il potere curativo di 5 minuti di gioia
Il potere curativo di un abbraccio
Battito del cuore, respiro e contatto fisico e visivo

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