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Confartigianato, con i dazi di Trump a rischio 11 miliardi di made in Italy. Lombardia e Milano le più colpite

L'Italia sarebbe tra i paesi più colpiti dall’applicazione di dazi Usa sui prodotti europei, avverte l'associazione con una flessione dell'export di quasi il 17%
Confartigianato, con i dazi di Trump a rischio 11 miliardi di made in Italy. Lombardia e Milano le più colpite
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Fanno paura i dazi che potrebbero essere imposti dagli Stati Uniti se Donald Trump dovesse fare ciò che ha promesso in campagna elettorale. Venerdì il Fondo monetario internazionale ha segnalato le possibili ricadute negative sulla crescita globale, Banca d’Italia si è concentrata sulle conseguenze per l’industria italiana. Oggi a fare i conti è Confartigianato. “L’Italia sarebbe tra i paesi più colpiti dall’applicazione di dazi Usa sui prodotti europei” avverte l’associazione. Un rapporto dell’ ufficio studi dell’associazione, calcola che il calo in valore dell’export italiano potrebbe superare gli 11 miliardi, arrivando fino al -16,8% rispetto ai 66,4 miliardi dell’attuale livello delle nostre esportazioni negli Stati Uniti.

La quota di fatturato esportato dalle società industriali è rimasta negli ultimi dieci anni sempre costante al 39%. Confartigianato segnala che “L’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10% o del 20%, farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Usa, rispettivamente, del 4,3% o addirittura del 16,8%”. Bisogna puntare “sull’alta qualità del made in Italy”.

“Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export – 66,4 miliardi, pari al 10,7% del totale – e hanno visto un boom delle nostre vendite (+58,6%, pari a 24,9 miliardi) tra il 2018-2023. Nel 2024, evidenzia il rapporto, il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%) e legno, stampa e carta (+2,4%)”.

A risentire delle possibili ripercussioni sulle imprese italiane delle scelte protezionistiche da parte della nuova amministrazione Usa “sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e dell’abbigliamento (+3,5%)”.

Guardando all’impatto in Italia a livello territoriale, “le regioni più esposte per la maggiore quota delle nostre esportazioni negli Usa sono Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%). Per quanto riguarda le province, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si colloca Milano con 6,1 miliardi di euro, seguita da Firenze (5,7 miliardi), Modena (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi), Bologna (2,6 miliardi) e Vicenza (2,2 miliardi).

“La politica dei dazi – sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Per le nostre imprese si apre una fase da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare”.

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