Susana Thénon, una voce dissonante nella poesia argentina (traduzione di Adriana Langtry)

Susana Thénon (Buenos Aires, 1935-1991) è stata una voce solitaria e misconosciuta della poesia argentina. Laureata in Lettere classiche, poeta, traduttrice e fotografa, viene solitamente considerata come appartenente alla cosiddetta Generazione del ’60, insieme alla più nota Alejandra Pisarnik, con cui collabora nella rivista Agua viva. Nonostante Thénon condivida con i suoi contemporanei la spinta al sovvertimento dei canoni letterari tradizionali, soprattutto per ciò che riguarda l’appropriazione della lingua colloquiale e popolare, la sua ricerca stilistica si collocherà ai margini dei circoli letterari e del grande pubblico. Refrattaria ad ogni tipo di categorizzazione ed irriverente verso le istituzioni e la società “benpensante”, il suo stile eclettico e dissacrante si evolverà verso una sperimentazione linguistica d’avanguardia per l’epoca, nell’intento di rompere le regole del discorso dominante.
«Ciò che ha fatto Oliverio Girondo con le parole, io lo faccio con la sintassi – dirà lei stessa – estendo il linguaggio fino a romperlo, spingendo all’estremo tutte le possibilità dello spagnolo, pur con incoerenze… incoerenze e assurdità che riflettono, allo stesso tempo, lo stato delle cose».
Lungo questa ricerca passerà dalla lingua levigata delle prime raccolte – Edad sin tregua (1958), Habitante de la nada (1959) – a quella dissonante e frammentata di Distancias (1984) fino a quella corrosiva di Ova Completa (1987), dove ogni convenzione viene ribaltata nella totale commistione di codici e registri. Queste ultime raccolte, pubblicate alla fine della dittatura, arriveranno dopo una lunga parentesi nella quale Thénon smette di scrivere per dedicarsi alla fotografia artistica. Molti scatti di questo periodo riguardano la tournée europea della ballerina classica e coreografa Iris Scaccheri, sua compagna di vita.
L’opera completa di Susana Thénon (poesia, prosa, inediti, fotografie) è stata raccolta dalle curatrici María Negroni e Ana María Barrenechea in La Morada imposible I e II (Corregidor, 2001 e 2004), e successivamente da María Negroni in Paraíso de Nadie (Corregidor, 2022).
A.L.
Si te odiara,
el mundo no se inmutaría:
nunca el mundo se ensaña
con los que odian.
En cambio te amo
y todo es catástrofe alrededor:
las voces, las manos, los rostros,
todos quieren apedrearnos.
*
Se ti odiassi
il mondo non batterebbe ciglio:
mai il mondo si accanisce
contro quelli che odiano.
Invece ti amo
e tutto intorno è catastrofe:
le voci, le mani, i volti,
tutti vogliono lapidarci.
***
Quién
¿Quién caerá primero?
¿Quién estará solo
primero?
¿Quién
se resistirá inútilmente
al cielo que avanza?
*
Chi
Chi cadrà per primo?
Chi rimarrà solo
per primo?
Chi
resisterà inutilmente
all’avanzare del cielo?
***
XXXII
soy unos años y un nombre
seré muchos años y el mismo nombre
más adelante ningún año y ningún nombre
el musgo entre las cañas
*
XXXII
sono alcuni anni e un nome
sarò molti anni e lo stesso nome
più avanti nessun anno e nessun nome
il muschio nel canneto
***
No es un poema
Los rostros son los mismos,
los cuerpos son los mismos,
las palabras huelen a viejo,
las ideas a cadáver antiguo.
Esto no es un poema:
es un grito de rabia,
rabia por los ojos huecos,
por las palabras torpes
que digo y que me dicen,
por inclinar la cabeza
ante ratones,
ante cerebros llenos de orín,
ante muertos persistentes
que obstruyen el jardín del aire.
Esto no es un poema:
es un puntapié universal,
un golpe en el estómago del cielo,
una enorme náusea
roja
como era la sangre antes de ser agua.
*
Non è una poesia
I volti sono gli stessi,
i corpi sono gli stessi,
le parole puzzano di vecchio,
le idee di cadavere antico.
Questa non è una poesia:
è un grido di rabbia,
rabbia per gli occhi vuoti,
per le parole goffe
che dico e che mi dicono,
per chinare la testa
davanti a topi,
a cervelli pieni di urina,
davanti a morti ostinati
che ostacolano il giardino dell’aria.
Questa non è una poesia:
è un calcio universale,
un colpo nello stomaco del cielo,
una grande nausea
rossa
com’era il sangue prima di essere acqua.
***
32.
vomitar sueños
croar de pena de lejanía
llevar alimento a una torre
abrir dos ojos a la vez
aunque la cuerda salte
y algo llore en la noche del ropero
*
32.
vomitare sogni
gracidare dal dolore dalla lontananza
portare nutrimento a una torre
aprire due occhi alla volta
benché la corda si spezzi
e qualcosa pianga di notte nell’armadio
***
¿por qué grita esa mujer?
¿por qué grita?
¿por qué grita esa mujer?
andá a saber
esa mujer ¿por qué grita? andá a saber
mirá que flores bonitas
¿por qué grita?
jacintos margaritas
¿por qué?
¿por qué qué?
¿por qué grita esa mujer?
¿y esa mujer?
¿y esa mujer?
vaya a saber
estará loca esa mujer
mirá mirá los espejitos
¿será por su corcel?
andá a saber
¿y dónde oíste
la palabra corcel?
es un secreto esa mujer
¿por qué grita?
mirá las margaritas
la mujer
espejitos
pajaritas
que no cantan
¿por qué grita?
que no vuelan
¿por qué grita?
que no estorban
la mujer
y esa mujer
¿y estaba loca mujer?
Ya no grita
(¿te acordás de esa mujer?)
*
perché grida quella donna?
perché grida?
perché grida quella donna?
vai a sapere
quella donna, perché grida? vai a sapere
guarda che bei fiori
perché grida?
giacinti margherite
perché?
perché cosa?
perché grida quella donna?
e quella donna?
e quell’altra?
vai a sapere
sarà matta quella donna
guarda guarda gli specchietti
sarà per il suo destriero?
vai a sapere
e dove hai sentito
la parola destriero?
è un segreto quella donna
perché grida?
guarda le margherite
la donna
specchietti
uccellini
che non cantano
perché grida?
che non volano
perché grida?
che non danno fastidio
la donna
e quella donna
era matta quella donna?
Ormai non grida
(ricordi quella donna?)