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Gnl e alluminio: dieci Paesi dell’Ue chiedono nuove sanzioni contro la Russia (che nel 2024 è passata all’incasso)

L'approvazione di nuove misure restrittive contro le materie prime di Mosca potrebbe arrivare nel giorno del terzo anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina, ma è necessaria l'approvazione unanime dei 27 membri, tra cui c'è anche l'Ungheria di Orban
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Tempo di nuove sanzioni contro Mosca. Questa volta colpiranno l’acquisto di gas naturale liquefatto (gnl), che ha registrato vendite da record nel 2024, e il mercato dell’alluminio. Per limitare gli incassi della Federazione dieci Paesi Ue chiedono nuove misure restrittive anti-Cremlino, insieme all’applicazione di un tetto al prezzo del petrolio. L’Europa ha smesso di rifornirsi dai gasdotti russi che passavano attraverso l’Ucraina dal primo gennaio di questo nuovo anno: dopo la decisione del governo di Kiev di non rinnovare il contratto con Gazprom, storica è stata la fine del passaggio di gas dal Paese che resisteva dall’era sovietica. I serbatoi Ue hanno però continuato a essere pieni di gnl russo, soprattutto quelli di Francia, Belgio e Spagna. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha proposto già novembre scorso di sostituirlo con quello Usa, anche a scopo deterrente per i dazi promessi da Donald Trump.

Secondo gli analisti norvegesi di Rystard Energy contattati dal Guardian, nel 2024 nei porti d’Europa sono transitati quasi 18 milioni di tonnellate di gas russo, due in più rispetto all’anno precedente: non solo il flusso non è stato interrotto, ma ha raggiunto livelli record. Secondo le informazioni raccolte da Crea, Centre for Research on Energy and Clean Air, le importazioni dell’Ue di gas liquefatto hanno superato i sette miliardi nel 2024: “Il gnl russo viene offerto a prezzi scontati a fornitori alternativi. Senza sanzioni imposte sulla materia prima, le aziende operano nel proprio interesse e acquistano quantità crescenti dal fornitore più economico”.

L’approvazione di nuove misure restrittive contro le materie prime russe potrebbe arrivare nel giorno del terzo anniversario dell’inizio della guerra che si avvicina a febbraio, ma è necessaria l’approvazione unanime dei 27 membri, tra cui c’è anche l’Ungheria di Orban (da sempre contrario a colpire Mosca). I funzionari Ue sarebbero pronti a mettere nel mirino nuove banche, che ora rischiano di essere escluse dal sistema Swift, ma anche la flotta ombra delle petroliere di Mosca, contro cui Washington il 10 gennaio scorso ha imposto restrizioni (bloccando così le operazioni di 65 dei 183 vascelli). Nel dire addio alla Casa Bianca, Biden ha emesso sanzioni a tappeto contro l’intero settore petrolifero russo, colpendo soprattutto Gazprom e Surgutneftegas.

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