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Sinner dice addio a Darren Cahill: il clamoroso annuncio agli Australian Open, lascerà il suo team

Il numero 1 al mondo conferma: "Lo aveva detto lui in un’intervista, non è una novità”
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Darren Cahill non farà più parte del team di Jannik Sinner. La clamorosa conferma è arrivata dalla bocca del numero 1 al mondo, ai microfoni di Eurosport subito dopo la vittoria contro Tristan Schoolkate nel secondo turno degli Australian Open. “Ha detto lui che il 2025 è la sua ultima stagione. Lo aveva detto lui in un’intervista, non è una novità”, ha dichiarato un Sinner laconico. Il supercoach australiano lascerà quindi il team dell’altoatesino al termine di questa stagione. Insieme a Simone Vagnozzi, è stato l’artefice della scalata di Sinner fino alla conquista della prima posizione del ranking. Un’impresa che gli era già riuscita in carriera con Lleyton Hewitt, Andre Agassi e Simona Halep. Ora però Cahill, 59 anni, ha deciso di lasciare il mondo del tennis, almeno quello di alto livello.

Per Sinner si tratta sicuramente di un addio complesso da digerire. Ma Cahill, come ha spiegato lo stesso tennista, lo aveva già avvisato per tempo. Qualcosa era trapelato, il supercoach aveva fatto capire chiaramente che Sinner sarebbe stato il suo ultimoallievo“, in qualche modo un testamento da lasciare in eredità al tennis. Al di là delle dichiarazioni, però, in pochi pensavano che la separazione sarebbe arrivata già al termine di questa stagione. Invece così ha deciso Cahill, che prima dell’inizio del torneo a Melbourne ha voluto far incontrare Sinner e suo padre, ex giocatore di football australiano. Non era la prima volta, ma forse voleva essere un modo per mostrare anche alla famiglia il frutto più splendente del suo lavoro nel tennis. “Sono orgoglioso che abbia detto che io sarò il suo ultimo giocatore. Gli devo molto e abbiamo fatto un bel percorso insieme. Lui ha una bellissima famiglia e tante cose anche al di fuori del tennis. Però vediamo, un anno è ancora molto lungo…”, ha aggiunto Sinner in conferenza stampa, lasciando aperto uno spiraglio.

Il lavoro di Vagnozzi è stato e continua ad essere fondamentale per far evolvere il tennis di Sinner. Cahill invece è stato cruciale non solo dal punto di vista tecnicotattico, ma soprattutto per creare un ambiente vincente. Ha accompagnato l’altoatesino verso il definitivo salto di qualità e poi gli ha insegnato a reggere la pressione che ne deriva. Insomma, lo ha trasformato nella macchina quasi perfetta che nel 2024 ha vinto due Slam e dominato per lunghi tratti della stagione. Allo stesso tempo, per Cahill allenare Sinner ha rappresentato l’apice di una carriera, l’allievo perfetto. Forse per questo, anche l’ultimo. “Credo che il più grande talento di Jannik sia l’abilità di processare informazioni e trasformarle in azioni”, raccontava il supercoach solo due mesi fa a Torino. “Ci sono giocatori conservativi, che non amano cambiare il proprio tennis per la paura di fare passi indietro. Lui è l’opposto: non teme di perdere un paio di match nel tentativo di implementare il suo gioco. In questo ambiente è raro”. Il massimo per un allenatore come Cahill.

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