Si potrebbe profilare una nuova emergenza rifiuti a Roma, in pieno Giubileo. Il Tar del Lazio ha stabilito la chiusura dell’impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb) di Guidonia Montecelio, alle porte della Capitale, gestito dalla società Ambiente Guidonia S.r.l. del gruppo Cerroni. Questa sentenza sembra scrivere la parola fine a una vicenda lunga e complessa, caratterizzata da varie azioni legali messe in atto nel tempo, sospensioni e valutazioni sull’impatto ambientale e paesaggistico dell’impianto che il Fatto Quotidiano ha più volte raccontato.
Un verdetto rilevante che potrebbe avere un impatto altrettanto notevole sulla gestione dei rifiuti. Nell’impianto, grazie ad una ordinanza firmata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, nelle vesti di commissario del Giubileo, viene conferita una quota rilevante della mondezza di Roma: 100 mila tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati provenienti dalla Capitale a fronte dei circa 850 mila complessivi.
Il Tar, riunendo tre esposti “tra loro connessi” ha accolto alcune istanze dei ricorrenti, associazioni di cittadini e il Comune di Guidonia, ritenendo fondate diverse contestazioni presentate. Il tribunale ha evidenziato che l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) concessa nel 2010 era irregolare per “la mancanza del parere necessario della Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici”, si legge nella sentenza. Il Tmb infatti, come già raccontato dal Fatto, sorge nel parco regionale archeologico naturale dell’Inviolata. Il Tar ha sottolineato l’incompatibilità dell’impianto con il vincolo paesaggistico imposto dal Mibact, stigmatizzando l’operato della Regione Lazio che nel 2020 ha proceduto al rinnovo dell’Aia (fino al 31 dicembre 2024) senza tenere adeguatamente conto di tale vincolo. Nel dispositivo poi si sottolinea la mancata valutazione di potenziali rischi ambientali, tra cui la contaminazione delle falde acquifere con metalli pesanti. Fino al 2014 infatti nella zona c’è stata una discarica, con un terreno che da allora non è mai stato bonificato.
“La sentenza del Tar – ha dichiarato il sindaco Mauro Lombardo – evidenzia che avevamo ragione, che le nostre perplessità sugli atti amministrativi relativi all’impianto hanno un solido fondamento giuridico. L’impianto di Tmb, in sintesi, non può funzionare in queste condizioni. Per aprire un impianto come quello presente all’Inviolata devono essere rispettate tutte le norme che regolano le autorizzazioni, questo a tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Non possiamo, pertanto, tollerare che si continui a utilizzare l’impianto di Tmb di Guidonia Montecelio per fronteggiare l’emergenza rifiuti di Roma senza la presenza delle autorizzazioni richieste dalla legge ambientale. Per questo – ha concluso – ho già scritto al Sindaco di Roma e alla Società Ama invitandole a interrompere immediatamente il conferimento dei rifiuti prodotti nella Capitale nell’impianto della nostra Città”.
Ama fa sapere di aver “prontamente individuato, in coordinamento con Roma Capitale, una soluzione operativa che garantirà la redistribuzione temporanea dei rifiuti indifferenziati fino ad oggi conferiti presso il TMB di Guidonia verso altri impianti grazie alle capienze già previste e programmate. Questo permetterà di non avere alcun impatto sulla corretta programmazione dei servizi di igiene urbana in città. Grazie alla tempestiva azione dei tecnici dell’azienda infatti, è stato possibile attivare una rete di fornitori già contrattualizzati, sia a livello regionale che extra-regionale, assicurando la disponibilità di capienza sufficiente per sopperire alla carenza di impianto e garantire così nell’immediato la continuità del servizio, mentre i tecnici sono al lavoro per soluzioni strutturali ulteriori per continuare a garantire alla città l’efficienza assicurata in questi mesi”.