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Putin: “Pronto ai negoziati con un’autorità legittima”. Ma il mandato di Zelensky è scaduto e con la legge marziale non si può andare al voto

In Ucraina le ultime elezioni ci sono state nel 2019 e, a causa della guerra con la Russia, da allora non si sono più tenute
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L’inflazione, Donald Trump, Volodymyr Zelensky. Queste le preoccupazioni di Vladimir Putin esternate durante la conferenza fiume che ha tenuto, come da tradizione, ogni anno al Cremlino in diretta tv. Il presidente ha riconosciuto che la Federazione sta affrontando i picchi dell’aumento dei prezzi, è “preoccupante”, ma ha rassicurato che l’economia è stabile “nonostante le minacce esterne”: “saremo capaci di affrontarla”. L’ultimo aumento dell’istituto guidato dalla Elvira Nabiullina ha compiuto l’ultimo rialzo record (21%) ad ottobre scorso, ma anche oggi si attende che la Banca centra le russa aumenterà di nuovo i tassi di interesse. Se Putin ha aperto all’omologo americano, con quello ucraino, per mettere fine al conflitto, ha detto che non tratterà: nelle quattro ore e mezza di risposte alle 76 domande arrivate da cittadini e giornalisti ha anche detto che è pronto ai negoziati con un’autorità “legittima”. Chi sarà?

In Ucraina le ultime elezioni ci sono state nel 2019 e, a causa della guerra, non si sono più tenute. Il mandato Zelensky è scaduto, ma la legge costituzionale impedisce di indire le urne se è in vigore la legge marziale o durante la guerra. Ma il conflitto prima o poi finirà: intanto si studiano possibili modelli Ue di legge elettorale per future urne che sicuramente arriveranno.

Elezioni libere le vogliono gli organismi di controllo nazionali e verranno indette, sono sicuri alla Rada, Parlamento ucraino, appena smetteranno di volare pallottole e cadere bombe. “Dobbiamo capire come tenere elezioni democratiche con le pratiche migliori e più efficaci” ha detto ai media Ue Olena Shuliak, presidente del Comitato per l’organizzazione del potere statale al Parlamento. Che andassero adottate delle modifiche alla legge elettorale in vigore, lo avevano chiesto già Consiglio d’Europa e Osce.

Le urne arriveranno. Ne è certo anche il braccio destro di Zelensky, Andry Yermak, a capo dell’ufficio presidenziale: “dopo la pace, terremo immediatamente elezioni democratiche”; “il presidente è pronto alle elezioni in ogni momento”, ma ogni cittadino ucraino deve avere la possibilità di votare. È questo uno dei più grossi problemi per Kiev al momento: non solo nelle regioni annesse alla Russia, ma anche quelle sotto controllo ucraino, è impossibile garantire la sicurezza dei cittadini durante il voto. Anche quando la guerra finirà bisognerà dare la possibilità di esprimere preferenza a milioni di persone aventi diritto che sono fuggite all’estero; oltre sei milioni sono gli sfollati interni a cui al pari deve essere garantito l‘accesso al voto.

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