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Gaza, giornalista di Al Jazeera morto in un raid israeliano. La rete: “Omicidio mirato”. Appello contro “l’uccisione sistematica” dei cronisti

Un cameraman ha perso la vita in un raid mentre documentava i soccorsi in un campo profughi
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Mentre la diplomazia lavora ad una possibile tregua Israele-Hamas, un giornalista e cameraman di Al Jazeera ha perso la vita ieri pomeriggio, nella parte centrale della Striscia di Gaza, durante un bombardamento delle forze aeree israeliane sul campo profughi di Nuseirat. L’annuncio dell’emittente del Qatar è arrivato meno di 24 ore fa, intorno alle 18, sul suo sito web.

Il comunicato: “Omicidio mirato delle Idf” – La rete del Qatar ha rilasciato un comunicato condannando fermamente il tragico episodio: non una fatalità, bensì un “un’uccisione mirata da parte delle forze di occupazione israeliane a Gaza”, secondo Al Jazeera. “Condanniamo con la massima fermezza l’uccisione del suo cameraman, Ahmad Baker Al-Louh, 39 anni, da parte delle forze di occupazione israeliane. È stato brutalmente ucciso in un attacco aereo che ha preso di mira una postazione della Protezione Civile nell’area del mercato del campo di Al-Nuseirat”, ha dichiarato la rete.

L’appello alle organizzazioni per i diritti umani – Ahmad Baker Al-Louh “stava seguendo le operazioni di soccorso delle forze di difesa civile per una famiglia gravemente ferita in un precedente bombardamento”, prosegue il comunicato dell’emittente in lingua araba. Al Jazeera “esprime le sue più sincere condoglianze alla moglie e alla famiglia” e “invita tutte le organizzazioni per i diritti umani e i media a condannare l’uccisione sistematica a sangue freddo di giornalisti da parte dell’occupazione israeliana, l’evasione delle responsabilità ai sensi del diritto umanitario internazionale e a portare di fronte alla giustizia gli autori di questo crimine atroce”.

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