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Bibileaks, la procura di Tel Aviv formalizza le accuse contro il portavoce di Netanyahu: alto tradimento, rischia l’ergastolo

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L’ufficio del procuratore distrettuale di Tel Aviv giovedì ha depositato le accuse contro il portavoce dell’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanayhu, Eli Feldstein, per l’inchiesta che riguarda la presunta diffusione e manipolazione di documenti classificati dell’intelligence. Per Feldstein le accuse sono gravi: sarà processato per aver danneggiato la sicurezza dello Stato, un’accusa punibile fino all’ergastolo, anche se i media israeliani fanno notare che in casi simili i tribunali non hanno mai comminato la pena massima.

La stessa incriminazione è stata presentata per un altro indagato, che sarebbe un membro dell’intelligence il cui nome non è stato reso noto. Altri militari coinvolti nel processo saranno perseguiti solo per aver fornito informazioni segrete, non per aver attentato alla sicurezza dello Stato. Il procedimento è parte dello scandalo più ampio che ha preso il nome di “Bibileaks” e coinvolge diversi membri dello staff di Netanyahu, incluso il suo capo di gabinetto accusato di aver alterato il resoconto della prima riunione di governo dopo l’inizio dell’attacco di Hamas il 7 ottobre.

Secondo l’accusa, Feldstein avrebbe ottenuto un documento segreto e lo avrebbe divulgato al giornale tedesco Bild, che il 6 settembre ha pubblicato un articolo con le posizioni di Hamas nei negoziati per il rilascio degli ostaggi, basato su un documento che si diceva essere firmato dal leader del gruppo islamista Yahya Sinwar. Secondo i sospetti, i documenti erano stati prelevati illegalmente dal sistema di intelligence dell’Idf. Queste notizie, secondo le ricostruzioni critiche pubblicate da diverse testate israeliane, hanno contribuito a far naufragare i negoziati con Hamas per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, proprio nel momento in cui Netanyahu difendeva con l’opinione pubblica internazionale e gli alleati occidentali la decisione di mantenere il controllo militare della lienea di confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, a Rafah, il cosiddetto corridoio di Philadelphia.

Mentre la procura presentava il suo atto di accusa, fuori dal tribunale centinaia di israeliani manifestavano in sostegno di Feldstein e del governo Netanyahu. Il padre di Feldstein lo ha definito “un eroe”.

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