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Ultimo aggiornamento: 8:50 del 12 Ottobre

No Tav, filo spinato dopo lo sgombero. Viaggio in Valsusa tra chi rifiuta gli espropri e lotta contro il ddl sicurezza: “Hanno paura di chi protesta”

Tav, viaggio nella Valsusa che rifiuta gli espropri e lotta contro il ddl sicurezza: "Lo Stato ha paura di chi protesta"
di S. Bauducco
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“In Valsusa lo Stato mostra il suo volto peggiore. E con il ddl sicurezza dimostra di avere paura di chi protesta”. Lo dicono i militanti del movimento No Tav che da oltre trent’anni lottano contro quella che definiscono come “grande opera inutile”. L’ultima tappa di questa protesta è avvenuta all’inizio della settimana quando le forze dell’ordine hanno sgomberato il presidio di San Giuliano. Un terreno che nel 2012 era stato acquistato collettivamente da oltre mille No Tav con l’idea di creare delle “barricate di carta” e provare a difendere la propria terra. Ma nella notte tra domenica e lunedì “il terreno è stato occupato dalle forze dell’ordine che hanno sparato centinaia di lacrimogeni”. Alcuni di questi anche ad “altezza uomo” come denunciano in un video i No Tav.

“Prima ci hanno sgomberato e poi ci hanno convocato per la formalizzazione dell’esproprio” racconta Francesca che insieme agli altri proprietari del terreno ha deciso di non firmare gli atti. Dal canto suo Telt, la società binazionale promotrice pubblica dell’opera, specifica in una nota di aver inviato “nel gennaio 2023 un decreto di esproprio” e nel “giugno 2024 le raccomandate con le convocazioni per formalizzare l’esproprio”. Una procedura che i No Tav definiscono come “una farsa”.

Nel frattempo il terreno è stato recintato con barriere e filo spinato. E la statale 25, una delle arterie principali della Valsusa è rimasta chiusa in questi giorni. “Persino le ambulanze non sono state fatte passare” denunciano i No Tav che si sentono “assediati” dal nuovo cantiere. “Non conosciamo il futuro ma solo il presente e non è una bella impressione vedere filo spinato e posti di blocco” racconta Luca che dal suo balcone vede il terreno sgomberato. E guardando al futuro preoccupa il nuovo ddl sicurezza, all’esame in Senato, che prevede, tra le altre cose, delle aggravanti per chi si oppone alle costruzioni di grande opere pubbliche, Tav compresa. “In Valle abbiamo già visto che chi protesta rischia grosso quindi immaginiamo un pò che cosa succederà quando il ddl sicurezza andrà a regime” osserva Giorgio, un altro storico No Tav. Un decreto che “dimostra come lo Stato abbia paura chi protesta e abbia bisogno di usare la repressione per imporre delle opere che non portano nessun beneficio ai territori come da anni denunciamo”.

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