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Operaio ucciso da una ruspa. il figlio assunto dalla ditta appaltatrice come risarcimento

Operaio ucciso da una ruspa. il figlio assunto dalla ditta appaltatrice come risarcimento
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L’incidente mortale di un operaio 53enne travolto e ucciso da una ruspa, uno dei tantissimi che la cronaca registra, ha avuto un iter giudiziario particolare. Perché nell’ambito del processo per quella morte la ditta appaltatrice come risarcimento ha assunto subito a tempo indeterminato il figlio dell’uomo che morì mentre lavorava a Viserba di Rimini in un cantiere della ferrovia. Un risarcimento che secondo l’avvocato Carlo Alberto Zaina, che ha difeso in giudizio la Fadep, la ditta appaltatrice, ha rappresentato anche un gesto solidarietà nei confronti della famiglia dell’operaio defunto. A morire il 16 aprile del 2021, un operaio dipendente della stessa ditta subappaltatrice.

L’uomo, originario del Casertano, aveva 53 anni e secondo la ricostruzione da parte della Polizia di Stato era stato investito da una ruspa in movimento nel cantiere stradale per quella che era stata definita la nuova viabilità dell’area gestito da Rfi-Rete ferroviaria italiana lungo la ferrovia Rimini-Ravenna. Dopo una lunga istruttoria, e soprattutto dopo il risarcimento dell’assicurazione della ditta subappaltatrice oggi si è chiuso il processo di primo grado davanti al giudice per l’udienza preliminare di Rimini, Raffaella Ceccarelli.

Tre gli imputati: il capo cantiere della ditta appaltatrice Fadep (con sede a Napoli), difeso dall’avvocato Zaina, il macchinista e il responsabile della ditta di subappalto. Il capo cantiere Fadep è stato condannato quindi a 8 mesi pena sospesa ma l’azienda ha assunto il figlio dell’operaio deceduto. Hanno invece patteggiato a 10 mesi e 20 giorni il conducente dell’escavatrice che aveva travolto l’operaio perché nel fare marcia indietro non aveva girato la cabina, e il responsabile della ditta Moretti che aveva in subappalto i lavori.

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