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Il primo intervento di chirurgia robotica a distanza per asportare un tumore al rene è stato eseguito da un italiano

Il primo intervento di chirurgia robotica a distanza per asportare un tumore al rene è stato eseguito da un italiano
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Per la prima volta nella storia è stato eseguito un intervento transcontinentale di chirurgia robotica a distanza per l’asportazione di un tumore al rene. A darne notizia da Barcellona, è stata la Fondazione Puigvent in un comunicato in cui ha segnalato la conclusione dell’intervento.

Il medico che ha effettuato l’operazione con successo, è italiano e si chiama Alberto Breda, primario di Urologia oncologica dell’equipe chirurgica di Trapianti renali alla fondazione spagnola, il chirurgo ha operato un paziente che si trovava dall’altra parte del mondo a Pechino, in Cina. L’operazione è avvenuta una settimana fa all’auditorium di Bordeaux, mentre Breda partecipava al più importante incontro annuale di chirurgia robotica, la 21esima riunione annuale della Società Europea di Urologia (Eau) di cui è presidente.

Il paziente, un uomo di 37 anni che aveva un tumore al rene di 3,5 centimetri, ricoverato all’Ospedale generale Pla di Pechino, è stato dimesso il giorno successivo all’intervento ed è in convalescenza. Sul sito della fondazione si legge: “A differenza degli interventi chirurgici che solitamente vengono trasmessi in diretta, il chirurgo non indossava una tuta chirurgica, ma si controllava a distanza da una stanza, utilizzando una console (sistema robotico Edge), i bracci robotici che sono intervenuti sul paziente dall’altra parte del globo con un tempo di ritardo di 132 millisecondi.

A causa del tempo di latenza causato dalla lunga distanza, il ritmo dell’implementazione della telechirurgia sarà condizionato dallo sviluppo delle reti di telecomunicazioni 5G e in fibra ottica, nonché dalla sofisticazione e dall’adeguamento dei diversi sistemi robotici”. Alla fine dell’operazione il dottor Breda ha commentato il risultato ottenuto: “Si tratta di un momento storico che è stato possibile grazie alla collaborazione internazionale e che serve, inoltre, ad illustrare la diversità che esiste nella pratica della medicina attuale”.

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