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Ucronia di Emmanuel Carrère e l’intento scandaloso di cambiare ciò che è stato

Ucronia di Emmanuel Carrère e l’intento scandaloso di cambiare ciò che è stato
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Il tempo è un oggetto difficile da maneggiare ed Emmanuel Carrère decide di parlare del passato. Con il suo ultimo libro Ucronia edito da Adelphi, non lo fa in termini di ricordi o di memoria, ma estraendo dalla sua produzione un lavoro uscito in Francia anni fa e oggi tradotto per il nostro Paese. “Ristampato senza cambiare nulla”, il tema che è quasi un atto di resa di fronte alla nostra incapacità di agire sul futuro è quello di cambiare il passato non smettendo di fantasticare, di immaginare scenari possibili come decretare la vittoria di Napoleone a Waterloo o come ha fatto Philip Dick con la sua Svastica sul sole per la Seconda guerra mondiale.

L’intento scandaloso, come lo definisce lo scrittore stesso, è quello di cambiare ciò che è stato. Non si tratta di un puro esercizio intellettuale o retorico, il passato è stato spesso cambiato dalle dittature, che nella loro narrazione hanno modificato a loro piacere quanto è accaduto nella realtà, basti pensare alla cancellazione di certi personaggi nelle foto di gruppo che ritraggono Stalin o Mao, o al semplice fatto che nel comune sentire la Storia viene raccontata dai vincitori, abili nell’omettere anche particolari importanti che lasciano aperti interrogativi. Qui si tratta di qualche cosa di più, di cambiamenti o di nuovi episodi che avrebbero comportato variazioni epocali per l’umanità, ma anche personali.

Il padre di questo pensiero è Charles Renouard a cui dal 1876 si deve la definizione di Ucronia, quindi né utopia né distopia. A Mantova al Festival della Letteratura a una mia domanda su che cosa associ al termine domani o al termine ieri, Carrère ha risposto con una frase del Marchese de Sade: “Il passato mi incoraggia, il presente mi galvanizza e il futuro non mi fa paura”. Solo uno scrittore abituato a raccontare la cronaca anche più tragica (in V13 ha testimoniato giorno dopo giorno il processo per la strage del Bataclan a Parigi) o a romanzare i nostri giorni, come è successo con I baffi e L’avversario, poteva professare un credo del genere, ma in fondo è quello che ci serve per affrontare le nostre giornate vincendo il desiderio di non alzarci dal letto.

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