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Lega e Fi votano con il Pd per cambiare la legge Severino: sindaci sospesi solo dopo condanna definitiva. Governo spaccato: Fdi si astiene

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La Camera ha approvato un ordine del giorno e chiede un impegno al governo per modificare la legge Severino. Ma la maggioranza si divide: Lega e Forza Italia votano insieme al Pd, mentre Fratelli d’Italia non partecipa al voto. Unici contrari i deputati del Movimento 5 stelle. L’ordine del giorno, presentato da Debora Serracchiani al ddl Nordio, riguarda la norma relativa alla sospensione di sindaci e amministratori locali dai loro incarichi dopo una sentenza di primo grado prevedendola invece solo a sentenza definitiva (tranne che per i reati di grave allarme sociale) equiparandoli così ai parlamentari, ai ministri e ai sottosegretari. In pratica si chiede al governo di intervenire per eliminare quella parte della legge Severino che prevede la sospensione dei sindaci già alla condanna in primo grado.

Sulla proposta il governo, con il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, aveva dato parere contrario sulle premesse, rimettendosi all’Aula. Da lì sono nate le frizioni interne alla maggioranza. La presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo di Fdi, ha chiesto di modificare il testo ma il Pd si è opposto alla riformulazione. Il partito di Giorgia Meloni ha così deciso di astenersi, mentre gli alleati azzurri e leghisti hanno votato insieme ai dem. Risultato: l’ordine del giorno ha avuto il via libera dell’Aula con 134 voti a favore e 33 contrari (i soli deputati del M5s).

Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, precisa che “l’ordine del giorno approvato dalla Camera esclude il superamento della sospensione per tutti i delitti di allarme sociale, non solo dunque per i reati di mafia e criminalità organizzata come invece era stato proposto con una riformulazione del governo che avrebbe prodotto effetti troppi riduttivi“. L’esponente dem sottolinea anche che “con questo ordine del giorno la maggioranza è andata in fibrillazione con un parere rivisto dal governo con evidenti tensioni tra i partiti della maggioranza, che non sono sfociate in voti contrari anche per evitare spaccature plateali“.

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